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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Bisogna mettersi sempre in gioco": la lectio magistralis di Francesco Canella

Vi proponiamo la lectio magistralis integrale di Francesco Canella, che ha ricevuto dall'Università di Padova la Laurea ad Honorem in "Italian Food and Wine"

Vi proponiamo la lectio magistralis integrale di Francesco Canella, che ha ricevuto dall'Università di Padova la Laurea ad Honorem in "Italian Food and Wine":

"Vorrei come prima cosa ringraziare l’Università degli Studi di Padova ed esprimere la mia sincera riconoscenza al Magnifico Rettore, al Senato Accademico, al consiglio del Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente, al Professor Maurizio Borin, al Professor Andrea Curioni e a tutti coloro che hanno promosso questa laurea. La mia vita è stata ricca di momenti di grande lavoro, di gioia e di famiglia. Non vi nascondo che ho affrontato anche delle difficoltà, ma ho sempre visto il buono nelle persone e colto le opportunità che si sono presentate. Lo ripeto sempre: nella mia vita, la più grande fortuna è stata quella di godere di buona salute e di avere tanta voglia di fare. Sono nato nel 1931 a Veggiano, nella provincia di Padova: terzo di sette fratelli in una famiglia contadina veneta. Dopo la fine della guerra, nel 1945, poiché il lavoro dei campi non bastava per sostenere la famiglia, cominciai a lavorare come garzone presso lo spaccio Onarmo (Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale Operaia) a Padova, che distribuiva prodotti alimentari americani in un momento storico molto difficile.  Avevo solo 15 anni e ogni mattina partivo in bicicletta da Veggiano per andare a lavorare in città. Da garzone diventai commesso e, poi, pizzicagnolo. Nel 1958, all’età di 27 anni, colsi l’opportunità di rilevare lo spaccio Onarmo, che si apprestava a chiudere: era finita la situazione di emergenza e l’economia era in ripresa. Da pizzicagnolo divenni imprenditore. Lavoravo con passione e impegno, come sempre avevo fatto, quando, nel 1965 tramite la Camera di Commercio di Milano, ebbi l’opportunità di fare un viaggio studio negli Stati Uniti. Fu l’occasione per capire quale sarebbe stata la realtà commerciale del futuro nel campo della grande distribuzione. A Boston, conobbi un oriundo italiano, che mi spiegò l’organizzazione dei supermercati in America. Tornato in Italia, ricco di entusiasmo, riunii tutti i padovani che facevano parte del Consorzio dei piccoli commercianti, e proposi di avviare insieme questo nuovo tipo di impresa. A quel tempo, il Comune di Padova, dava la possibilità di aprire un supermercato di 400 mq, depositando 5 licenze. Nel Consorzio tutti noi piccoli commercianti potevamo ambire, insieme, all’apertura di 4 punti vendita. All’inizio furono tutti molto entusiasti, ma poi, di fronte agli impegni economici, rinunciarono tutti, e rimasi solo. Ero deluso, ma convinto che fosse quella la strada da percorrere. Concentrai tutti i miei sforzi nella ricerca dei mezzi che mi avrebbero permesso di iniziare la nuova avventura, ed ebbi il coraggio di andare avanti con il mio progetto, da solo. Alla luce di quanto avevo visto in America, era mia intenzione realizzare un supermercato innovativo, con prodotti freschi e di qualità. Fino a quel momento nei supermercati italiani si vendevano solo prodotti confezionati. Il 20 ottobre 1971 inaugurai a Padova il mio primo supermercato con il banco di formaggi e salumi al taglio, e frutta e verdura sfuse. Lavoravano con me 30 collaboratori. Oggi diamo per scontato di trovare all’interno del supermercato il banco della gastronomia, del pesce e della carne serviti, ma a quel tempo, fui il primo a realizzarli. Fu la mia prima innovazione, e fece la differenza nel mercato della Grande Distribuzione Italiana".

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"Per garantire la qualità e riuscire ad offrire una selezione di prodotti locali, ho riorganizzato la logistica. Sono quindi partito da una logica di dimensione locale, aprendo punti vendita in un raggio di 50 km dalla sede centrale. Capii ben presto che bisognava accorciare la catena di acquisto, andando direttamente alla fonte di produzione, mentre a quei tempi si acquistava solo dai grossisti. Accorciare la filiera alimentare fu la seconda innovazione. Nel 1980 nacquero il laboratorio ortofrutta con celle frigo per i freschi e il magazzino per il deposito delle derrate alimentari. Una volta, la frutta e la verdura si compravano solo al mercato ortofrutticolo. Con il nuovo laboratorio ho cominciato a comprare direttamente dai contadini e dalle cooperative agricole, per poter meglio garantire la freschezza e la qualità. Già allora i contadini e le cooperative agricole mi consegnavano nel pomeriggio la frutta e la verdura. Venti persone erano poi impegnate nella preparazione e pulizia dei prodotti, che erano già disponibili nei punti vendita la mattina dopo. L’attenzione alla qualità, alla preparazione ed alla presentazione dei prodotti freschi, è stata premiata dal 2016 al 2019 come Miglior Reparto Ortofrutta d’Italia nella Grande Distribuzione. Negli anni ’80 pochi si preoccupavano della qualità dei prodotti, per me al contrario era la base di partenza e il filo conduttore. La creazione del magazzino dei freschi mi diede la possibilità di acquistare prodotti come formaggi, salumi, pesce e carne, direttamente dai produttori locali. In questo modo riuscii a migliorare la logistica e a garantire la migliore qualità. Negli anni, oltre alla ricerca della qualità dei prodotti freschi si è sviluppata una nuova cultura del vino. Il vino una volta era classificato in bianco e rosso da tavola e venduto sfuso. Negli anni ’60 si iniziò a venderlo in bottiglia. Negli anni ’70, con l’affermarsi delle Cantine Sociali, si diffuse la cultura del vino italiano, oggi apprezzato nel mondo. Ho personalmente seguito con passione questo settore, convinto che la qualità del cibo doveva essere accompagnata dalla qualità del vino, soprattutto locale. Fin dall’inizio ho posto al centro la qualità, che è il valore principale sul quale ho basato tutta la mia vita. Qualità nelle relazioni, verso i collaboratori, nel servizio alla clientela, nella selezione dei produttori, nei prodotti, soprattutto in quelli freschi. L’attenzione per la qualità del cibo mi ha portato ad avere una maggior cura anche dei punti vendita, ho sempre messo al primo posto: la cura degli ambienti, l’ordine dei reparti freschi e l’esposizione dei prodotti".

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"Da sempre ho voluto che la mia azienda fosse un luogo dove sia i miei clienti che i miei collaboratori si sentissero a casa, e quindi che si lavorasse con: gentilezza, cortesia, professionalità e disponibilità. Qualità, è anche qualità della vita: già alla fine degli anni ’90, posi il sociale al centro dell’attenzione. Ho coinvolto i clienti nelle attività a sostegno del sociale e dell’ambiente, impegnandomi a raddoppiare i contributi versati dai clienti attraverso la raccolta punti della Carta Fedeltà. Sono così riuscito, insieme ai clienti, a sostenere importanti progetti sociali quali: Cuamm, Iovpunti vendita l’assortimento alimentare a loro dedicato. Oggi, per mantenere alta la qualità del servizio è indispensabile continuare ad investire: su nuovi modelli di vendita, come il commercio elettronico; e su un nuovo centro logistico, di 30.000 mq, tra i più innovativi in Italia da un punto di vista ingegneristico ed energetico. L’impianto fotovoltaico ci permette di risparmiare quasi 90 tonnellate di petrolio all’anno. La ricerca della qualità come valore fondamentale di tutta la mia vita, e la passione, sono state alla base del mio successo, che oggi vede nella seconda generazione il suo proseguimento. Oggi investo nei giovani per creare una nuova struttura aziendale che possa rispondere al mercato del futuro, mantenendo e trasferendo i valori che da sempre ritengo importanti. Ho sempre definito collaboratori le persone assunte presso la mia azienda, e loro sono per me la risorsa più preziosa. Mi rende orgoglioso che da studi di settore risulta che siamo l’azienda italiana della Grande Distribuzione che registra la maggior fedeltà dei propri collaboratori. Credo così tanto nell’importanza della qualità del prodotto e del servizio che ho anche creato la Scuola dei Mestieri, per fornire una formazione permanente e continua ai collaboratori. Oggi, dopo 70 anni di esperienza nel settore alimentare, posso affermare che la qualità della mia azienda è soprattutto merito , Città della Speranza, Banco Alimentare, Enpa, e tanti altri ancora che continuo a sostenere. Qualità, è anche qualità dell’ambiente in cui viviamo. Con orgoglio oggi posso affermare che abbiamo messo a dimora oltre 10.000 alberi e che continueremo con questa iniziativa per il benessere di tutti. Anche nella realizzazione dei negozi, già nel 2008, c’era l’attenzione all’impatto ambientale. Infatti costruivamo strutture che rispondessero ai più alti requisiti ecologici. Queste sono tutte scelte che ho fatto perché in esse credevo e credo ancora. Inoltre nel 2005 siamo stati tra i primi ad aver sviluppato un’attenzione alle nuove esigenze dei clienti, evidenziando nei delle persone che la compongono, parlo: • dei miei 3800 collaboratori che mi sento di ringraziare tutti, perché, con passione e professionalità, seguono, ogni giorno, oltre 100.000 clienti; • della seconda generazione: i miei figli e i miei nipoti che fanno progredire l’azienda con tanto entusiasmo. • di mia moglie e dei miei fratelli, per il loro prezioso sostegno.
Ho ricevuto vari riconoscimenti istituzionali, tra cui nel 2011, il titolo di Padovano Eccellente e, nel 2018, il titolo di Commendatore.
Oggi, dopo 70 anni di “scuola di lavoro”, ricevo il riconoscimento più importante ed inaspettato la: LAUREA AD HONOREM ITALIAN FOOD & WINE Mi auguro, che il mio esempio di vita possa essere d’aiuto a tutti quei giovani che credono nel futuro della nostra bella Italia. Bisogna mettersi sempre in gioco, affrontando le difficoltà con coraggio, lavorando con passione senza perdere mai l’entusiasmo e la voglia di fare e di innovare. Francesco Canella".

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