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Appe Padova manda una lettera al presidente Mattarella: «La situazione è drammatica»

Afferma Federica Luni: «Mai prima d’ora era successo di vedere colleghi chiudere, più di uno al giorno, non per demeriti propri, ma per fattori esterni alla propria attività»

Doveva essere inviata il 17 ottobre, e così è stato: con puntualità l’Appe - Associazione Provinciale Pubblici Esercizi ha trasmesso via PEC al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la lettera-appello, con l’invito a prestare la massima attenzione alle esigenze delle imprese di pubblico esercizio.

Lettera

La missiva è firmata dal presidente Appe, Erminio Alajmo, e dalla Presidente del Gruppo Pasticceri di Padova, Federica Luni, ma sono allegati anche decine di fogli con le firme degli esercenti padovani, a sostegno dell’appello lanciato dall’Associazione. «A nome di Appe - dichiara Federica Luni - desidero ringraziare non solo i colleghi esercenti, ma anche i loro collaboratori, i familiari, i fornitori e tutti coloro che, firmando per condivisione la nostra lettera, ci stanno sostenendo nell’invito che facciamo al nostro primo cittadino». Sono circa un migliaio le firme raccolte ad oggi, ma molte ancora stanno convergendo presso la sede di Appe Padova, a testimonianza che l’iniziativa è stata particolarmente sentita dall’intera categoria dei pubblici esercizi. «Abbiamo voluto inviare adesso la lettera - sottolinea Luni - in quanto proprio in questi giorni si svolgeranno le consultazioni per la formazione del nuovo Governo e ci piace pensare che il Presidente Mattarella potrà avere un argomento in più da sottoporre durante i vari colloqui: le difficoltà, che purtroppo a volte si dimostrano insormontabili, che le imprese si trovano ad affrontare in questo sciagurato periodo storico». La raccolta firme, comunque, non si interrompe e da via Savelli non negano che, già nei prossimi giorni, potrà essere trasmesso un “addendum” a questo primo invio, tornando anche a chiedere un incontro personale al Capo dello Stato. «Poter incontrare il presidente - conferma Federica Luni - sarebbe un’ottima occasione per rappresentargli di persona la situazione drammatica che, come imprenditori stiamo vivendo: mai prima d’ora era successo di vedere colleghi chiudere, più di uno al giorno, non per demeriti propri, ma per fattori esterni alla propria attività». Secondo le ultime proiezioni Appe, entro la fine dell’anno sono a concreto rischio di chiusura almeno il 15% delle attività: vale a dire oltre 400 pubblici esercizi, con la conseguente perdita di almeno 2.000 posti di lavoro.

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