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«500 esercizi pubblici patavini a rischio sanzione»: l'allarme di Appe

Il Decreto Crescita ha reintrodotto la licenza Utif, autorizzazione fiscale relativa a spiriti e liquori: baristi e ristoratori in attività negli ultimi 2 anni devono verificare di possederla

Con la conversione in legge (n. 58/2019) del “Decreto Crescita” è stato re-introdotto l’obbligo, a carico delle aziende che vendono o somministrano alcolici (tra cui anche i pubblici esercizi), di dotarsi di apposita “licenza” rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, comunemente nota con il nome Utif. Tale adempimento, obbligatorio fino al 2017, era stato soppresso dalla legge 124/2017 e, pertanto, tutti i pubblici esercizi che sono subentrati o hanno avviato una nuova attività, nel corso degli ultimi 2 anni, sono sprovvisti di “licenza” e, quindi, devono verificare la loro situazione e, se del caso, provvedere a richiederla.

500 attività a rischio sanzione

Puntualizza Filippo Segato, segretario Appe: «Da un controllo interno risulta che sono oltre 500 le attività di Padova e provincia che sono potenzialmente a rischio sanzione, il cui importo varia da un minimo di 500 euro ad un massimo di 3.000 euro». La richiesta va effettuata attraverso un apposito modulo di domanda, con due marche da bollo, che va consegnato direttamente all’ufficio dell’Agenzia delle Dogane. L’Appe è a disposizione degli esercenti per controllare la propria posizione ed eventualmente procedere con la predisposizione della domanda.

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