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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Battaglia Terme

Lorenzoni: «L'ex edificio Inps di Battaglia è un patrimonio da rilanciare»

Il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, annuncia un’interrogazione al riguardo

«L’ex stabilimento termale Inps, di cui la Regione è proprietaria al 90% e il Comune di Battaglia al 10%, versa in uno stato di completo abbandono dal 1993. L’amministrazione regionale intende rilanciare il complesso, che ai tempi d’oro ospitava fino a 400 persone provenienti da tutte le parti d’Europa?». Il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, annuncia un’interrogazione al riguardo. Ancora lo scorso 28 agosto la stessa Regione aveva emesso un “Avviso esplorativo di manifestazione di interesse per la valorizzazione mediante concessione totale o parziale del compendio termale e/o l’alienazione parziale di alcuni beni non strettamente pertinenziali alla risorsa termale”.

Menifestazione di interesse

Gli eventuali soggetti interessati - persone fisiche, imprese, società, associazioni di categoria, fondazioni, onlus, enti in forma singola o associata – avevano tempo fino al 6 novembre 2020 per presentare il loro progetto, come previsto dal relativo bando. «A distanza di quasi cinque mesi dalla data di scadenza dell’avviso – sottolinea Lorenzoni – desideriamo essere messi al corrente di quali e quante manifestazione di interesse siano effettivamente giunte alla Struttura regionale di Progetto Valorizzazione e dismissione del patrimonio”. “In caso negativo, ovvero se non fosse arrivata alcuna istanza, intendiamo capire come intende procedere la Regione. Impensabile che uno scrigno di quel tipo, ai piedi dei Colli Euganei, non sia adeguatamente valorizzato da chi detiene la maggioranza della proprietà». Inaugurato il 7 giugno 1936, e intitolato a Pietro d’Abano, nel 1943 il centro termale venne trasformato in sanatorio per i soldati italiani, reduci dai fronti di guerra, per riprendere poi la sua vocazione alle cure termali nel 1947. In funzione tutto l’anno, poteva appunto vantare una capacità ricettiva di 400 posti letto. Dal 1983 iniziò un lungo periodo di crisi, fino al 1993, quando l’attività venne chiusa definitivamente. «La Regione, insieme al Comune, è chiamata a trovare la strategia migliore per rilanciare l’intera struttura, di fatto un patrimonio per tutto il Veneto – conclude – Auspichiamo che qualsiasi sia il progetto che verrà preso in considerazione dagli enti competenti, a cascata porti dei benefici concreti alla comunità. Questa dev’essere la stella polare che orienta ogni decisione presa in merito».

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