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Lorenzoni: «Discarica di Sant'Urbano, grande assente il piano regionale dei rifiuti»

«Qualsiasi decisione relativa a strutture di incenerimento deve essere presa sulla base di una previsione dei volumi e dell’organizzazione del comparto»

«L’amministrazione regionale ha dato il via libera all’arrivo di quasi 50mila tonnellate di spazzatura, proveniente da fuori provincia, nella discarica di Sant’Urbano. Il nodo, però, è comprendere nel merito qual è la prospettiva della filiera nel medio-lungo periodo, dato che il bacino di riferimento per la gestione del ciclo dei rifiuti, in base alla normativa vigente, è proprio la Regione». Così il Portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, sui tre diversi nulla osta (firmati dall’Area tutela e sviluppo del territorio della Regione) che di fatto autorizzano il conferimento di ulteriore materiale nell’impianto della Bassa Padovana.

Decisione previsione dei volumi

«Qualsiasi decisione relativa a strutture di incenerimento o a nuove discariche – precisa Lorenzoni - deve essere presa sulla base di una previsione dei volumi e dell’organizzazione del comparto all’interno dell’intero bacino, ovvero della Regione. Questo è il parametro fondamentale da cui, a cascata, si può aprire una discussione costruttiva». Motivo per cui «In assenza di indicazioni organiche sull’evoluzione dei volumi da trattare di ciascun tipo di rifiuto nel bacino regionale, diviene impossibile valutare se vi sia la necessità di nuovi impianti, o di tenere operative linee di trattamento che impattano comunque sul territorio. Il controllo, un tempo esercitato dai Comuni tramite la proprietà, non si esplica più, lasciando tale facoltà all’indirizzo regionale. Ma se questo viene meno, tutta l’organizzazione perde la bussola: con conseguenti maggiori costi per i cittadini e in termini ambientali e sociali». A detta del Portavoce, «Serve una maggior capacità di indirizzo e controllo rispetto al passato, non meno, come qualcuno erroneamente vuol far intendere, con un’azione normativa regionale tempestiva e concordata con il territorio. La latitanza su questi temi si paga cara, come sanno alcune aree del nostro Paese».

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