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Attualità Piazze / Via VIII Febbraio

Centri antiviolenza e comitati in piazza contro il Ddl Pillon su separazione e affido

L'appuntamento è sabato pomeriggio davanti al municipio, dove partirà un corteo femminista. L'iniziativa si svolge in contemporanea in diverse città italiane

Sabato 10 novembre anche a Padova va in scena una serie di iniziative di mobilitazione contro il Disegno di legge Pillon, organizzate dalla rete Di.Re dei centri antiviolenza e con la partecipazione di diversi gruppi locali, tra cui Non una di meno Padova.

Il programma

É proprio il centro antiviolenza a lanciare un comunicato ufficiale (riportato qui sotto) per l'iniziativa, che prevede il ritrovo alle 15 sul liston davanti a Palazzo Moroni per un presidio a cui seguirà una passeggiata femminista i cui partecipanti sono invitati dall'organizzazione a indossare un fazzoletto fucsia, simbolo della mobilitazione.

Il cuore dell'iniziativa

Come per le altre città italiane, sono cinque i "no" che verranno ribaditi nelle piazze il 10 novembre in una mobilitazione che coinvolge il movimento delle donne, l’associazionismo democratico, tante realtà della società civile, uomini e donne che da subito si sono espressi contro il Disegno di legge Pillon su separazione e affido, con oltre 95mila sottoscrizioni alla petizione che ne chiede il ritiro lanciata su Change.org da D.i.Re - Donne in rete contro la violenza. L'iniziativa si pone contro la mediazione obbligatoria e a pagamento, l’imposizione di tempi paritari e della doppia domiciliazione/residenza dei minori, il mantenimento diretto, il piano genitoriale e l’introduzione del concetto di alienazione parentale.

Il comunicato

Riportiamo di seguito la parte iniziale del comunicato ufficiale redatto da Di.Re. Il documento integrale è disponibile QUI.

Il Ddl proposto dal senatore Pillon sulla revisione delle norme in materia di separazione, divorzio e affido dei minori, ci porta indietro di 50 anni e intende trasformare le vite degli ex coniugi e dei loro figli/e in un percorso ad ostacoli, che a parole vorrebbe conciliare i loro problemi, ma di fatto crea maggiori contrasti, imponendo regole che stravolgerebbero la vita proprio di quei figli che vorrebbe tutelare. L’iniziativa legislativa mira, infatti, a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti familiari e nelle relazioni attraverso interventi disciplinari, con una compressione inaccettabile dell’autonomia personale dei/delle singoli/e.

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