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Monselice, insorgono i comitati: «Cementeria, cumuli di materiale lasciati all'aperto»

A seguito di una segnalazione dei cittadini, sono state trasmesse al gruppo dei Carabinieri Forestali di Padova ed all’ARPAV le foto che documentano l’accumulo di materiale misto sul piazzale retrostante la cementeria destinato al Deposito di Pet Coke

A seguito di una segnalazione dei cittadini, sono state trasmesse al gruppo dei Carabinieri Forestali di Padova ed all’ARPAV le foto che documentano l’accumulo di materiale misto sul piazzale retrostante la cementeria destinato al Deposito di Pet Coke.

Comitati

Il Comitato Popolare “Lasciateci respirare”, insieme ad altre realtà ambientaliste come  “E noi?” , ha ritenuto opportuno richiedere un intervento di verifica da parte degli enti di controllo in quanto in passato si sono già verificate dispersioni di polveri all’esterno dell’impianto causate da eventi favorevoli avversi. Il Parco Colli era già intervenuto sul tema vietando lo stoccaggio all’aperto di materiali derivati da rifiuto e/o da sottoprodotti di origine industriale. La segnalazione è stata inoltrata a titolo cautelativo perché, in base alla documentazione fotografica, non è possibile stabilire l’origine e la qualificazione dei materiali e/o dei rifiuti, che presentano un colore biancastro e giallastro.

Pet Coke

In base a quanto riportato nella Autorizzazione Integrata Ambientale del 2013  (AIA) i materiali utilizzati nel processo produttivo, ad esclusione del Pet Coke, devono essere stoccati “nei vari depositi attraverso sistemi di movimentazione costituiti da nastri trasportatori di tipo chiuso, per evitare la dispersione accidentale di materiale, dotati di sistemi per l’abbattimento delle emissioni diffuse di polveri”. Le eventuali modifiche della destinazione d’uso del piazzale esterno, se non indicate espressamente in AIA, possono essere approvate solo acquisendo preventivamente i pareri autorizzativi da parte degli enti preposti esterni alla Provincia di Padova, anche tenendo conto dei particolari vincoli a cui lo stabilimento è soggetto.

Arpav

Si ricorda che alle pendici del Monte Ricco la stessa ARPAV ha già rilevato un importante inquinamento dovuto a deposizioni sui terreni di Diossina e Policlorobifenili. Anche le analisi eseguite sul grasso di due galline che razzolavano all’aperto nelle vicinanze dell’impianto hanno confermato la presenza dello stesso inquinamento, inoltre si è dovuto bonificare dalla diossina il giardino della scuola elementare e di infanzia collocata a poche centinaia di metri dalla ciminiera. «Utilizzare un’area collocata nelle vicinanze di un centro abitato e adiacente a importanti aziende viti-vinicole - fanno notare i comitati - come fosse un qualsiasi sito industriale è evidentemente incoerente con il Piano Ambientale del Parco, su questo tema contiamo sul nuovo corso di valorizzazione del nostro territorio avviato dalla Provincia di Padova. Tutti gli enti coinvolti devono agire nella stessa direzione».

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