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Una mostra per il giudice Livatino assassinato dalla mafia, in tribunale arriverà anche Nordio

A organizzarla il Centro Studi Rosario Livatino, il network Ditelo sui tetti, l’associazione culturale Antonio Rosmini e la Libera Associazione Forense di Padova. Livatino fu assassinato da esponenti mafiosi della stidda di Agrigento il 21 settembre 1990, aveva 38 anni. E' l’unico magistrato italiano dichiarato beato

E' stata inaugurata oggi 23 marzo la mostra dedicata al giovane magistrato Rosario Livatino, assassinato dalla mafia 33 anni fa. Mostra allestita dentro il tribunale di Padova, che il 31 marzo ospiterà il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli. In quell'occasione si svolgerà un convegno dedicato al giudice Rosario Livatino, nella sala Falcone e Borsellino del Tribunale.

La mostra

Oggi è stata inaugurata la mostra itinerante, allestita sempre negli spazi del Palazzo di Giustizia di Padova, che rimarrà aperta al pubblico fino al 4 aprile prossimo. A organizzarla il Centro Studi Rosario Livatino, il network Ditelo sui tetti, l’associazione culturale Antonio Rosmini e la Libera Associazione Forense di Padova. Livatino fu assassinato da esponenti mafiosi della stidda di Agrigento il 21 settembre 1990, aveva 38 anni; è l’unico magistrato italiano dichiarato beato. Domenico Menorello, per gli organizzatori, racconta “della straordinaria attrattiva che questa figura sta esercitando ovunque in Italia, forse perché suscita la speranza che il ‘quotidiano possa diventare eroico’ per ognuno di noi, per citare Giovanni Paolo II”.

Masotto e Santinello

Roberta Masotto, avvocato e curatrice della mostra: «Descrive, in modo comprensibile a tutti, il contesto storico-criminale nel quale il giudice Livatino operava, tra l’altro, senza l’apparato normativo che verrà dopo la sua morte, come il 41bis, la normativa sui pentiti o la confisca preventiva dei beni». La presidente del Tribunale di Padova, Caterina Santinello, che ha accolto volentieri l’iniziativa, presentandola questa mattina, ha ricordato Rosario Livatino: «Un collega che ha interpretato la professione di magistrato come vocazione. Al di là della fede, che non è di tutti, Livatino insegna che per questa professione servono grande equilibrio e indipendenza. Il nostro impegno deve essere totale, e ognuno di noi, anche negli errori, che sono umani, alla fine fa i conti con la propria coscienza. Rosario Livatino - ha concluso Santinello - certamente rappresenta un’altissima interpretazione del nostro lavoro. Per questo sono orgogliosa di aver ospitItato nel Tribunale di Padova questa mostra e il convegno che si terrà il prossimo 31 marzo».

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