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I "no tram" si riuniscono sotto un'unica sigla e preparano una nuova battaglia in tribunale

I diversi comitati di quartiere hanno deciso di creare un'unica associazione. Pronto un nuovo esposto in Procura contro la decisione dell'amministrazione Giordani

Il Comitato No Rotaie Voltabarozzo e gli altri Comitati No Rotaie di Padovasi sono uniti ed hanno fondato all’unanimità l’Associazione No Rotaie di Padova. «L’attribuzione del codice fiscale – dichiara Liliana Gori, presidente dell’Associazione No Rotaie - è la naturale ed istituzionale evoluzione di moltissimi cittadini di Padova contrari alla adozione del metrobus su monorotaia ed allo sperpero sproporzionato di denaro pubblico per una vecchia opera ormai nemica dell’ambiente e del commercio padovano».

La reunion

«Abbiamo riunito tutti i Comitati No Rotaie, da Voltabarozzo a Ponte di Brenta e Corso Milano poi da Via Vicenza a Chiesanuova, nella unica e grande Associazione No Rotaie Padova. Questo è un forte segnale che lanciamo all’amministrazione comunale – prosegue Liliana Gori - affinchè riveda il progetto verso un uso di mezzi di trasporto pubblico di ultima generazione e non con un obsoleto e strisciante mezzo sul ferroso monoblocco  tra cemento e insostenibili costi di sua manutenzione stradale». Statuto e Atto Costitutivo sono stati depositati presso l’Agenzia delle Entrate di Padova: «Stiamo preparando un nuovo esposto alla Procura della Repubblica – aggiunge Gori - con motivazioni e documentazione che porteranno ulteriormente alla luce l’immotivata adozione, secondo noi, di un mezzo obsoleto e di discutibile economicità e praticità. Tutti i cittadini che vorranno associarsi e sostenerci potranno farlo scrivendoci via mail».

Rotonda

«Abbiamo notato che la rotonda di Via Gattamelata è stata tolta ed asfaltata per almeno la metà: preparazione alla rimozione di molte rotonde perché il Sir3 non può attraversarle? Quali altre sorprese o eventuali spese potrebbero esserci oltre gli abbondanti 100 milioni di euro solo per il Sir3? Rilanciamo l’invito per un incontro pubblico, sempre rifiutato e senza risposta, con il sindaco Sergio Giordani – conclude Liliana Gori – affinchè i padovani possano seguire il civile confronto con dati e documenti alla mano»

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