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Acli Padova, inaugurata la nuova sede in zona stazione

Spiega il presidente provinciale Gianni Cremonese: «Vogliamo essere un’associazione che rilancia le relazioni umane, crea coesione sociale, sviluppa comunità e solidarietà. I grandi cambiamenti in atto, nella società e non solo, le nuove contraddizioni e complessità dei tempi che viviamo, ci dicono in fondo che la sfida è ancora la stessa: trovare un giusto rapporto tra libertà, giustizia sociale e promozione umana»

Acli Padova fa il suo ingresso ufficiale nella nuova sede di via Ugo Foscolo 10, in un quartiere al centro di un ampio progetto di rigenerazione urbana a cui la storica realtà padovana intende contribuire anche con la propria presenza e attività, in stretta coerenza e continuità con la sua mission e il suo essere presidio sociale sul territorio.

Nuova sede

«Una scelta - ha affermato il presidente provinciale di Acli Padova Gianni Cremonese, accogliendo i numerosi ospiti intervenuti all’evento ufficiale di insediamento nella nuova “casa” - che ci stimola a riscoprire la forza della nostra mission originaria: vogliamo essere un’associazione che rilancia le relazioni umane, crea coesione sociale, sviluppa comunità e solidarietà. I grandi cambiamenti in atto, nella società e non solo, le nuove contraddizioni e complessità dei tempi che viviamo, ci dicono in fondo che la sfida è ancora la stessa: trovare un giusto rapporto tra libertà, giustizia sociale e promozione umana. Ma pur fedeli alla nostra mission, dobbiamo saperci ripensare e di rinnovarci. Sono i tempi e i problemi delle persone che ci spingono a farlo, per portare avanti il grande compito educativo pur con modalità nuove e rispondenti ai mutamenti». Numerosi gli ospiti istituzionali e non solo presenti all’evento, tra cui Andrea Citron, presidente regionale di Acli Veneto, e Stefano Tassinari, vicepresidente vicario di Acli nazionale. Intervenuta anche Cristina Piva, assessora alle Politiche educative e scolastiche, coesione sociale, volontariato e servizio civile del Comune di Padova: «La Costituzione italiana stabilisce leggi precise sul lavoro e sull'assistenza, e impone allo Stato di promuovere le condizioni per rendere effettivi questi diritti universali. Acli fin dalla sua nascita si occupa di promozione sociale e sostiene i diritti dei lavoratori e delle persone garantendo loro sostegno e tutela. Sono quindi particolarmente lieta di vedere, in questa parte della città, un presidio di diritti e sicurezza».

Acli Padova

Don Luca Facco, vicario episcopale per i Rapporti con le istituzioni e il territorio, ha evidenziato il ruolo di Acli e ringraziato a nome della Chiesa padovana e del vescovo Claudio l'associazione per il lavoro quotidiano e costante a favore dei cittadini: «Acli si batte per tenere viva l'attenzione al tema del lavoro quale strumento essenziale di costruzione della cittadinanza. Ridare dignità al lavoro, dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa, significa restituire dignità alle persone. La nuova sede diventa presenza positiva e propositiva in un contesto fragile e complesso. Un modo concreto per portare i servizi sempre più prossimi alle persone fragili».  L‘appuntamento ha offerto l’occasione per fare un bilancio dei progetti promossi e sostenuti da Acli Padova che rispondono alle necessità delle persone e delle famiglie, e vedono spesso la stretta collaborazione con altre realtà operanti nel territorio. Progetti che hanno ad unirli una filigrana comune, quella di essere antenne sensibili e punti di ascolto, e che, insieme al sistema dei servizi dell’associazione, costituiscono un vero osservatorio sui bisogni sociali e socioeconomici e sulla loro evoluzione.

"Passo"

Acronimo di “Punto di ascolto per il sostegno sociale e l’orientamento”, ad esempio, il progetto “Passo” è attivo in via Vescovado 31 da ottobre 2018 ed è rivolto agli anziani della città. Gestito da psicologi professionisti (supportati da volontari della Federazione anziani e pensionati Acli per le attività di segreteria e accoglienza delle persone), rappresenta uno spazio di ascolto e di supporto, ma anche di orientamento alla rete di servizi attivi sul territorio, sia del pubblico che del privato sociale. In questi cinque anni sono state quasi 100 le persone prese in carico con continuità, di età media tra i 65 e 70 anni; circa 210 le giornate di apertura (due alla settimana: martedì ore 14-17, e mercoledì ore 9.30-12.30), per un totale di più di 350 ore. Oltre agli incontri individuali, ci sono poi gli incontri in piccoli gruppi di mutuo aiuto, che favoriscono il confronto e la condivisione di pensieri ed emozioni, e gli innumerevoli contatti telefonici degli operatori: tutte modalità funzionali anche a monitorare e misurare lo stato di salute psicofisica delle persone, l’andamento del tono dell’umore, la capacità di prendersi cura di se stessi, la presenza di una rete relazionale attiva, oltre che a proporre attività, offrire strumenti e occasioni utili ad aumentare il loro livello di benessere promuovendo l’autodeterminazione e ogni forma di autonomia possibile. Agli operatori di “Passo” più frequentemente le persone anziane consegnano la propria solitudine, dovuta in primo luogo alla carenza di una rete di relazioni. E ancora esprimono la difficoltà ad accettare la propria ridotta autonomia a causa dell’età e il bisogno di non essere dimenticati e abbandonati, raccontano le proprie preoccupazioni per la salute e a volte la situazione economica, loro e dei familiari. Nell’ultimo periodo poi, quello della pandemia e del post pandemia, è emerso un preoccupante aumento del disagio psicologico, con segnali di acutizzazione di stati d’ansia e ipocondria magari preesistenti, di tristezza e depressione, gestiti dagli operatori anzitutto favorendo la consapevolezza, potenziando la presa in carico, e naturalmente indirizzando a servizi sociali territoriali e servizi specialistici.

Insieme e digitali

C’è poi il progetto “Insieme e Digitali”, che ha presso avvio a febbraio 2022 ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Padova con l’obiettivo di offrire supporto nell’affrontare la burocrazia digitale e accompagnare le persone nell’accesso ad agevolazioni e servizi del territorio. Alla base una convinzione: che favorire l’utilizzo del digitale, o esserne il tramite, significhi una maggiore garanzia di diritti, in particolare per le persone più fragili. Sono 6 gli sportelli attivi in diverse zone della città: in centro in via Vescovado, all’Arcella, a Granze di Camin, in quartiere Palestro, e ancora a Sacro Cuore e a Ponterotto. A poco più di un anno dalla loro apertura, 1060 gli accessi totali registrati. Delle richieste circa la metà sono per ottenere un “aiuto digitale” (accesso a portali della Pubblica amministrazione come Inps, Agenzia delle entrate, Sanità Km 0, prenotazione di appuntamenti tramite moduli online, utilizzo del telefono e del computer) e le rimanenti nella maggioranza dei casi riguardano problematiche precise, come l'attivazione e l’utilizzo dello Spid e della carta d'identità elettronica, l’accesso ai Bonus governativi e ai servizi per la terza età. Il 75% delle persone che si sono rivolte agli sportelli sono over 64, e prevalentemente di origine italiana, quasi tutto il restante 25% appartiene al largo range compreso tra i 25 e i 60 anni ed è per lo più di origine straniera.

Rete Solida

Tra le iniziative innovative promosse dall’associazione anche “Rete Solida”, progetto territoriale di economia solidale che vuole contrastare gli sprechi e recupera beni alimentari, e non solo, a favore delle fasce più deboli. Attivo dal 2012, è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la partecipazione di Acli di Rovigo, Comune di Padova, Provincia di Padova, Prefettura di Padova, Caritas Diocesana di Padova e altri enti pubblici e del privato sociale. Negli anni ha via via raggiunto numeri davvero importanti, passando nei soli ultimi cinque dai circa 300mila chili di cibo raccolti e 13mila persone raggiunte nel 2018, agli oltre 466mila chili di cibo recuperato, per un valore di quasi 2milioni di euro, e un bacino di circa 18mila persone nel 2022. Così come è in costante crescita il numero delle realtà che scelgono di entrare in questa rete virtuosa: a donare i loro prodotti sono oggi 5 catene di ristorazione collettiva, 3 gruppi della grande distribuzione e 35 organizzazioni di produttori, a cui si aggiungono sempre più aziende dell’industria alimentare. Nella raccolta e distribuzione delle donazioni sono invece coinvolte ben 60 realtà impegnate a supporto delle persone in povertà: le cucine popolari, gli empori solidali, associazioni e cooperative sociali, nonché enti religiosi.

Damiano Caravello

Nel corso dell’evento anche un momento di ricordo toccante di Damiano Caravello, giovane consigliere delle Acli di Padova scomparso nel 2020, a soli 29 anni. A lui, che ha dedicato la sua breve vita all’impegno nella comunità cittadina e religiosa, è stata ufficialmente intitolata la sala riunioni della nuova sede.

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