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Martedì, 23 Aprile 2024
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Nuova Ztl a Padova, Bertin: «Dannosa, così facendo non si favorisce la ripresa delle attività»

«Siamo alle solite: invece di approntare un piano del traffico degno di questo nome, con parcheggi di prossimità in grado di mantenere in vita le imprese del commercio ed il turismo, ci si arrabatta su provvedimenti estemporanei senza un obiettivo preciso se non quello di una lotta senza quartiere all'automobile e agli automobilisti»

«Un intervento vecchio, pensato in epoca pre-pandemia, e dunque non proprio prioritario, anzi, con ogni probabilità, persino dannoso»: il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin, non va tanto per il sottile nel commentare l'uscita del neoassessore Andrea Ragona sulla nuova Ztl in cantiere da fine anno.

Ztl

«Ho aspettato 24 ore - continua - nella speranza che ci fosse qualche "ravvedimento operoso", ma non ne ho visti per cui dico a chiare lettere che così facendo non si favorisce di certo la ripresa delle attività». Bertin ne è convinto: agosto è il mese ideale per uscite non proprio provvide («Ne abbiamo viste tante nel recente come nel passato meno prossimo»), ma tornare su un argomento come la Ztl nel bel mezzo di un difficilissimo ritorno alla normalità, non aiuta. Continua Bertin: «Io resto sempre dell'idea che gli "effetti annuncio" abbiamo una "carica virale" dirompente: la gente non distingue se la Ztl è già in funzione o lo sarà tra un anno. Nel dubbio, già oggi rinuncia a venire in città perchè non si sa mai».

Critica

Ma il giudizio "tranchant" del presidente dei commercianti padovani non è tanto riferito all'oggi, quanto piuttosto al domani: «Siamo alle solite: invece di approntare un piano del traffico degno di questo nome, con parcheggi di prossimità in grado di mantenere in vita le imprese del commercio ed il turismo, ci si arrabatta su provvedimenti estemporanei senza un obiettivo preciso se non quello di una lotta senza quartiere all'automobile e agli automobilisti, sia che siano residenti sia che siano turisti in visita alla città. Ebbene: questi ultimi sono già stati ampiamenti ridotti dal virus. Vogliamo ridurli ulteriormente per scelte che hanno più il sapore dell'ideologia che non delle evidenti necessità di una città che sta già soffrendo molto per la contrazione dei consumi? Insistendo sul tasto del "tutti fuori" non farà altro che lasciare davvero tutti fuori, con la conseguenza che la morìa di negozi che con fatica i titolari cercano di limitare anche in periodo di Covid 19, li farà capitolare nei mesi a venire e, ripeto, non tanto perché l'area sia più o meno grande, più o meno "a cerchi concentrici", quanto perché dare l'idea di una città difficile da raggiungere equivale a dire "lasciate ogni speranza voi che volete entrare!"».

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