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Nuovo policlinico a Padova, Bui: «Un passo da gigante per l'eccellenza sanitaria»

«I due poli ospedalieri accolgono sia le esigenze di avere un’area esterna al centro e facilmente raggiungibile dalle principali vie di comunicazione sia la necessità di non disperdere gli investimenti economici fatti per il Giustinianeo e la sua vocazione quale ospedale di base dei cittadini padovani»

«La firma dell’accordo di programma per il Nuovo Ospedale di Padova è realtà e arriva al momento giusto. Le immagini dei nostri operatori sanitari, dei medici, delle terapie intensive e la richiesta forte che giunge dai cittadini affinché la ricerca scientifica e le Istituzioni diano risposte per garantire la salute e la qualità della vita ci fanno capire quanto questa intesa sia un passo da gigante per Padova e la sua storia»: Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova, commenta con entusiasmo questa giornata storica per la città del Santo.

Fabio Bui

Aggiunge il presidente Bui: «Il futuro della medicina è nell’innovazione tecnologica e nell’investimento in risorse umane qualificate e preparate, dunque nell’Università. La diffusione del Coronavirus ha portato a galla molti aspetti: tra questi l’assoluta necessità di avere ambienti ospedalieri adeguati, macchinari, sistemi di sicurezza e impianti all’avanguardia. Come Provincia siamo soddisfatti che dopo tanti anni si sia trovata l’intesa tra tutti i soggetti coinvolti: i due poli di eccellenza, uno a San Lazzaro con 963 posti letto (di cui 33 riservati a persone extra regione) e l’altro nell’attuale sede di via Giustiniani (con un totale 909 posti suddivisi tra i 769 all’Ospedale Giustinianeo e 140 posti per lo IOV di cui 20 riservati a persone fuori regione), accolgono sia le esigenze di avere un’area esterna al centro e facilmente raggiungibile dalle principali vie di comunicazione, sia la necessità di non disperdere gli investimenti economici fatti per il Giustinianeo e la sua vocazione quale ospedale di base dei cittadini padovani. Siamo sicuri che si potrà avanzare spediti e senza più ritardi verso la realizzazione di quest’opera. Siamo consapevoli che la struttura non sorgerà in tempi brevissimi, ma dobbiamo trasformare tutto ciò in opportunità. La sfida è di saper guardare avanti, di intuire quali evoluzioni la scienza, la medicina e la tecnologia stanno scrivendo. I due poli di eccellenza che nel 2035 vedranno la luce, dovranno modularsi per dare risposte ad emergenze impreviste o alla rapidità dei cambiamenti che da qui in avanti ci saranno. Permettetemi, infine, di sottolineare come strumenti e macchine siano e saranno sempre importanti, ma niente potrà mai sostituire le persone, la loro professionalità e il senso di abnegazione. Dunque la formazione e l’istruzione resteranno un cardine fondamentale, su cui continuare a investire».

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