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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nutrie, via libera al piano di controllo: riprendono le catture e gli abbattimenti

La Regione stima la presenza media di una nutria per ogni ettaro di superficie: per il Padovano, quindi, si calcola che possano essere presenti tra i 220mila e i 250mila esemplari, con una concentrazione maggiore nella bassa padovana e lungo i corsi d’acqua

Riprendono dopo alcune settimane di stop le catture e gli abbattimenti delle nutrie in tutta la provincia. «Con l’entrata in vigore del nuovo piano regionale di controllo della nutria, approvato nei giorni scorsi dalla giunta veneta - spiega Coldiretti Padova - gli agricoltori possono ricominciare a posizionare le trappole che hanno in comodato e possono riprendere anche gli abbattimenti diretti, sotto il controllo delle Unità Organizzative Coordinamento gestione ittica e faunistico venatoria presenti in ogni provincia».

Provvedimento

Un provvedimento atteso da settimane dagli agricoltori, dopo la scadenza del vecchio piano di contenimento lo scorso 30 giugno. «Ci siamo trovati nel bel mezzo dell’estate alle prese con le scorribande delle nutrie senza poter intervenire - spiega Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - ma solamente con la possibilità di segnalare alla polizia provinciale il passaggio e i danni provocati dagli animali selvatici che ormai hanno colonizzato le nostre campagne. In certe zone sono veramente numerose e proprio il mese scorso abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di danni alle coltivazioni. Alla ricerca d’acqua e di nutrimento le nutrie hanno razziato persino le angurie pronte per la raccolta, oltre ad altri ortaggi. Senza contare i rischi che provocano con le loro gallerie lungo gli argini: da una parte per noi agricoltori alla guida di mezzi che potrebbero ribaltarsi in caso di crolli, dall’altra per la sicurezza idraulica con gli estesi franamenti lungo i corsi d’acqua».

Una nutria per ogni ettaro

Censimenti ufficiali sulla consistenza delle nutrie non ce ne sono ma la Regione stima la presenza media di una nutria per ogni ettaro di superficie quindi, per la Provincia di Padova, si calcola che possano essere presenti tra i 220 mila e i 250 mila esemplari, con una concentrazione maggiore nella bassa padovana e lungo i corsi d’acqua. «Il nuovo piano - aggiunge Coldiretti Padova - resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025 e riprende in gran parte il precedente provvedimento, fatta salva la nuova competenza di attuazione affidata non più alle Provincie, vista la soppressione dei Servizi provinciali caccia e pesca, ma alle Unità Organizzative Coordinamento gestione ittica e faunistico venatoria dipendenti dalla Regione del Veneto».

Cattura e abbattimento

Per quanto riguarda i metodi di intervento è confermata la preferenza della cattura mediante gabbie trappola, affidate ai proprietari e conduttori dei fondi in comodato, appositamente formati), con possibilità da parte degli stessi di procedere direttamente alla soppressione del capo, anche se privi di porto d'armi, attraverso dispositivi ad aria compressa con potenza non superiore a 7.5 Joule. Resta confermata la possibilità di smaltimento dei capi catturati e abbattuti diretto in campo, nel limite di 10 capi per ettaro e per giorno, previo sotterramento. Inoltre è possibile l'abbattimento diretto con arma da fuoco, tutto l'anno e anche nelle ore notturne (in questo caso va indossato un gilet ad alta visibilità), da parte del proprietario conduttore dei fondi, in possesso di licenza di caccia e di idonea assicurazione, se appositamente formato. Questa possibilità di intervento è comunque soggetta al coordinamento dei servizi di polizia provinciale. Qualora il capo abbattuto non sia facilmente recuperabile, può essere lasciato in loco (ad esempio in un canale), in ragione del fatto che non è dimostrata la trasmissibilità di malattie infettive all'uomo e agli animali. Infine, rispetto alla necessità di rendere più pervasiva la attività di controllo della nutria, Coldiretti Veneto segnala che, dentro la cornice del Piano, dovranno essere previste forme di incentivazione delle attività di abbattimento, nell'ambito del Tavolo di lavoro regionale appositamente costituito per le specie da controllare più problematiche, vale a dire cinghiale e nutria. «Il Piano non tratta questi aspetti economici - conclude Bressan - ma ci attendiamo, e proporremmo al tavolo regionale interventi di sostegno in grado di potenziare l'attuazione delle attività di cattura e abbattimento. L'impegno richiesto all'agricoltore con la posa e il controllo delle trappole non è irrilevante, in termini di tempo. Inoltre per la parte che riguarda gli abbattimenti tramite catture o sparo diretto, al personale volontario, a esempio cacciatori appositamente formati, vanno riconosciuti perlomeno i costi vivi».

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