Vince il commercio di vicinato: licenziamenti a raffica ad Amazon
Si parla di 18mila persone lasciate a casa su scala mondiale. Il presidente di Ascom Confcommercio Padova Patrizio Bertin: «Vogliamo chiarezza sui numeri per il Veneto e nello specifico per Padova, ma la situazione è critica»
Rientro dalle feste choc per i dipendenti di Amazon.com Inc. Previsti 18mila licenziamenti. Il dato si riferisce a tutto il mondo e rappresenta circa l'1% della forza lavoro del colosso di Seattle dell'e-commerce, ma è indicativo di una profonda crisi del settore tecnologico e delle vendite online.
Ascom
Il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova e di Confcommericio Veneto Patrizio Bertin ha riferito: «Non è mai bello quando si parla di licenziamenti perché questo significa che per migliaia di famiglie si prospettano tempi difficili. In subordine: non è dato sapere quanti, dove e come potrebbero essere i licenziamenti che riguarderanno l’Italia e quanti, di questi, potrebbero interessare anche il territorio padovano e veneto». E ancora: «Ciò nonostante un paio di riflessioni credo siano
legittime. La prima: il grande boom delle vendite online sembra denunciare più di un problema. Per quanto ci riguarda, nel corso di questi mesi, una volta superata la fase più critica della pandemia, abbiamo riscontrato un ritorno ai negozi di vicinato che, adesso, viene confermato dalle mosse di Amazon». La seconda riflessione è più di carattere sociale. «Lo avevamo visto in occasione della crisi del 2008 e poi di quella del 2011 e, molto di più, quando è scoppiata la pandemia da covid: i piccoli
imprenditori del terziario di mercato, ma non solo - ha continuato Bertin - hanno fatto i salti mortali pur di mantenere il posto ai propri collaboratori. Qualcuno, in drammatica difficoltà e col rischio di vedersi gettata addosso, con leggerezza, l’accusa di “evasore”, di fronte al dilemma conseguente alla scarsa liquidità, ha persino preferito pagare gli stipendi ai dipendenti al posto di pagare le tasse, entrando così nel girone infernale dell’Agenzia delle Entrate. Cosa fa invece Amazon al primo venticello di crisi? Non trova di meglio che tagliare i dipendenti». Bertin ha chiuso con una terza riflessione legata alla programmazione: «C’è un problema che riguarda la regolamentazione della logistica sulla quale è tempo che si definiscano quadro complessivo e limiti. Non è pensabile che un comparto che interviene in modo importante su fattori decisivi della vita delle persone come il lavoro, consumo del territorio, viabilità, ambiente sia, di fatto, lasciato libero di muoversi in assenza di un quadro di riferimento. Abbiamo ben presente cosa è successo con i centri commerciali: prima lasciati crescere oltre ogni ragionevole necessità, poi non di rado abbandonati col conseguente corollario di degrado. E’ questo ciò che vogliamo?».