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Firmato il primo protocollo operativo sulla giustizia riparativa a Padova

Servirà per rafforzare la collaborazione tra gli enti e rendere le attività ancora più capillari ed efficaci

Mercoledì 18 maggio il Centro per la mediazione sociale e dei conflitti di Padova, una delle attività dell'associazione "Il Granello di Senape Padova", ha sottoscritto un Protocollo operativo in materia di giustizia riparativa con il Comune e l’Uepe di Padova. Alla firma il coordinatore del Centro, il mediatore penale Lorenzo Sciacca, la presidente dell'associazione Ornella Favero, la dirigente Fiorita Luciano, caposettore del Gabinetto del sindaco, la dirigente dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) di Padova Maria Concetta De Masi.

In vista dell'entrata in vigore della tanto attesa riforma Cartabia sul tema della giustizia, questo Protocollo non fa che rinforzare e valorizzare l’operatività del Centro, attivo formalmente sul territorio provinciale dalla fine del 2019 negli ambiti penale, sociale e scolastico e sostenuto dal Comune di Padova tramite un finanziamento dedicato. Questo percorso permetterà a tutti gli enti coinvolti di sentirsi parte sempre più attiva del processo di riparazione e rigenerazione della comunità patavina.

Ad oggi il Centro si avvale della preziosa collaborazione di nove mediatori penali (oltre a Sciacca, Giuseppe Ceravolo, Michele Cafiero, Elisa Nicoletti, Serena Volpato, Alessandra Fantozzi, Giulia Baldissera, Andrea Andriotto e Thalita Bezzera) e di tre mediatrici sociali (Maria Antonietta Ciano, e Annalisa Almansi). La loro attività è sostenuta dall’apporto costante e irrinunciabile di diversi volontari, anche in servizio civile, e tirocinanti.

Un altro attore fondamentale di questo processo di radicamento nel tessuto sociale, penale e scolastico padovano è la Polizia locale, rappresentata in sede di sottoscrizione dal responsabile Commissario capo Andrea Boscarollo e dal Commissario Agostino Maccato. Si tratta peraltro del primo ente - la Polizia locale - con cui il Centro di mediazione ha instaurato una collaborazione ufficiale per mediare i primi casi su segnalazione diretta. Senza il contributo di tutte queste forze concentriche, come anche dell’imprinting di Silvia Giralucci prima e di Donatella Natale oggi tramite il progetto “Padova Città Sane”, il Centro non sarebbe probabilmente nato e non si sarebbe spinto fino a dove è arrivato oggi.

LA GIUSTIZIA RIPARATIVA

Si tratta di un paradigma nato per mettere al centro di potenziali percorsi di incontro e riparazione vittime, autori di reato e la cittadinanza, per risolvere questioni scatenate dal reato stesso con l’aiuto di figure terze imparziali (i mediatori), previa adesione libera e volontaria di tutte le parti in causa. Gli scopi sono promuovere la riparazione del danno, la riconciliazione tra le parti e il rafforzamento del senso di sicurezza collettivo attraverso un riconoscimento reciproco, che può portare a ricostruire quel patto di cittadinanza che è stato infranto con la commissione del reato. Lo strumento principe della giustizia riparativa è la “mediazione penale”: un percorso di incontro, confronto e dialogo tra il reo e la vittima del reato, sempre guidato dalla presenza dei mediatori, per permettere il passaggio dalla violenza e l’accusa - o la difesa - al riconoscimento della sofferenza e del disordine.

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