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I pubblici esercizi diventano presidi di legalità contro la violenza di genere

Oggi, 27 aprile, in Questura, è stata presentata la campagna di sensibilizzazione denominata "#SicurezzaVera" alla presenza del questore Antonio Sbordone e dei vertici di Appe

E' stata presentata oggi, 27 aprile in Questura a Padova, la campagna di sensibilizzazione denominata "#SicurezzaVera", che vede protagonisti i pubblici esercizi come presidio di legalità contro la violenza di genere. Alla presentazione hanno partecipato il questore di Padova, Antonio Sbordone, il dirigente della Direzione Anticrimine della Questura di Padova, Giuseppe Maria Iorio, la dirigente dell’UPGSP Valeria Pace, nonché la dirigente dell’Appe (associazione provinciale Pubblici Esercizi), Federica Luni. L’iniziativa è il naturale seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, la Federazione italiana Pubblici esercizi - Fipe-Confcommercio e il Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio, che ha la finalità di promuovere iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione, a livello territoriale, idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti alla violenza basata sul genere e agli strumenti di tutela delle vittime, comprese le misure di prevenzione del Questore e i dispositivi di pronto intervento adottati dalla Polizia di Stato.

Appe

«Oggi – dichiara Federica Luni – si entra nella fase operativa del progetto: i pubblici esercizi verranno coinvolti attivamente in un percorso formativo e informativo per titolari e lavoratori, spiegando la violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro ed incentivando nei pubblici esercizi una cultura di vicinanza e sostegno sia al personale femminile che alle clienti». Spazio quindi a "pillole video", ma anche diapositive in pdf, a cui si può accedere a partire dal sito www.sicurezzavera.it. Il percorso formativo, che si svolge interamente online, fornirà gli strumenti tali da permettere un approccio costruttivo e spesso risolutivo, ad esempio mettendo in comunicazione diretta gli esercenti e le forze dell’ordine, quando realizzino di avere nel proprio locale una vittima di violenza. Una volta visualizzati video e diapositive sarà possibile rispondere a un breve questionario interattivo che, una volta superato, dà la possibilità di ottenere una vetrofania che attesta che il locale è “presidio di legalità”. «La volontà – prosegue la dirigente Appe – è quella di diffondere nel modo più efficace possibile le “best practice” per riuscire a incrementare la percezione di sicurezza delle donne».

Il questore

In questa prima fase di avvio, l’obiettivo minimo è quello di coinvolgere almeno una cinquantina di pubblici esercizi, che daranno vita a una vera e propria “rete” di punti di ascolto e sicurezza per le donne. «Non bisogna sottovalutare – ha commentato il questore Sbordone – che i pubblici esercizi sono per natura attività dove si è più portati a entrare in sintonia con il personale». E ancora: «Attività – ha concluso il numero uno della Questura - aperte in orario serale, nei giorni festivi e ubicate in modo diffuso su tutto il territorio: proprio per questo è importante che aderiscano in modo convinto e numeroso al lodevole progetto».

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