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Giordani in piazza: «L'egoismo e il disinteresse mi sgomentano: serve unità di intenti»

Oggi 2 giugno in piazza dei Signori a Padova si è celebrata la festa della Repubblica alla presenza delle più alte carice civili, militari e religiose oltre ad un bagno di folla composta da gente comune. Il sindaco Sergio Giordani ha ricordato l'importanza di sentirsi una nazione unita

L'incantevole cornice di Piazza dei Signori ha ospitato oggi, 2 giugno, le cerimonie dedicate alla Festa della Repubblica. Autorità civili e militari hanno preso parte all'evento sotto un sole tipicamente estivo che ha reso ancora più coinvolgente l'evento. Nelle vesti di padrone di casa il sindaco Sergio Giordani ha salutato i presenti, la autorità religiose, ma soprattutto i cittadini comuni che non sono voluti mancare al tradizionale appuntamento di inizio giugno.

Il discorso di Giordani

«Saluto le autorità civili, militari e religiose e i cittadini presenti oggi qui in Piazza dei Signori per celebrare la Festa della Repubblica. Con il referendum del 2 e 3 giugno 1946, 77 anni fa, gli italiani decisero che la migliore forma di governo per il futuro del nostro Paese fosse la Repubblica. Fu un voto storico, che chiudeva sotto ogni punto di vista un periodo tragico per l’Italia e al quale parteciparono per la prima volta anche le donne. Col loro voto, il suffragio divenne finalmente universale: un voto che le donne conquistarono grazie alla loro partecipazione alla Resistenza e al ruolo che svolsero nella società civile, nel sistema produttivo e nell’assistenza, durante la guerra. Gli italiani e le italiane - ha proseguito il sindaco - decisero che, nel  nostro Paese, non  poteva esistere più il governo di uno solo, non scelto e non votato dai cittadini.  Per questo, la partecipazione è alla base della nostra forma istituzionale, la Repubblica, in un legame inscindibile con i valori che sono i cardini sui quali poggia la nostra Costituzione. La frase che campeggia sul manifesto ufficiale di questo 2 giugno è “L’Italia siamo noi”. Una frase tanto semplice quanto carica di un significato profondo, che oggi non possiamo e non dobbiamo ignorare. Perché, appunto, l’Italia siamo noi, nel bene come nel male e questo ci chiama alla nostra responsabilità verso la Repubblica, verso il nostro Paese». 

Un pensiero per la Romagna

«Abbiamo la capacità, lo abbiamo dimostrato tante volte nei momenti più drammatici della nostra storia, di esprimere come popolo una forza e una unità davvero significativi. Lo vediamo nuovamente, in questi giorni di fronte all’alluvione in Romagna, a cui va il nostro pensiero e sostegno, con la mobilitazione di migliaia di volontari e tra questi moltissimi giovani di ogni estrazione e provenienza, e con la presenza attenta e puntuale delle istituzioni locali e nazionali. Eppure, passato il momento dell’emozione, vedo riemergere troppo spesso un egoismo e un disinteresse per gli altri che talvolta mi sgomenta».  

Il sindaco Sergio Giordani al posto di guida di un'auto d'epoca dei carabinieri

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