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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Anguillara Veneta

Patata dolce, resa dimezzata nella Bassa a causa della siccità: l'allarme di Cia Padova

«Nel 2022 gli addetti ai lavori prevedono di raccogliere al massimo 6mila quintali quando la produzione media stagionale si aggira attorno ai 10mila quintali»

Una minore resa del 50% per la patata americana a motivo di terreni che sono rimasti aridi per mesi fra Anguillara e Stroppare, la zona vocata a tale particolare coltura.

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Commenta in merito Cia Padova: «Nel 2022 gli addetti ai lavori prevedono di raccogliere al massimo 6mila quintali quando la produzione media stagionale si aggira attorno ai 10mila quintali». Questo perché durante il periodo estivo qui, come del resto in tutto il padovano, si è registrata una perdurante siccità, oltre che temperature elevatissime. «Sotto la terra, dove si sviluppano le patate - spiega Germano Fantin, uno degli storici produttori di Anguillara - solitamente pure d’estate vi è una leggera presenza di umidità. Cosa che, però, stavolta non si è verificata. Da qui il netto calo di produzione della patata americana; in pratica, non ha trovato un terreno fertile». In queste settimane la raccolta delle patate americane, la cui qualità rimane comunque d’eccellenza, è nella sua fase clou e andrà avanti fino a fine ottobre. Una quarantina le imprese agricole della Bassa che si dedicano alla patata dolce di Anguillara, per un fatturato complessivo di 2 milioni di euro all’anno. Questa primizia, peraltro, è sempre più apprezzata dagli stranieri, in particolare romeni, polacchi e cinesi che vivono e lavorano in Veneto. «Non la trovano nei loro Paesi d’origine - spiega Fantin - viene considerata una grossa novità».

Patata "Merica"

La patata “Merica” è stata importata dal Brasile all’inizio del Novecento dai primi emigrati che sono rientrati a casa. Particolarmente adatti i terreni alluvionali, resi coltivabili grazie ad importanti opere di bonifica, sulle sponde del canale Gorzone e del fiume Adige. Si tratta di un prodotto di cui non si butta nulla: gli scarti, infatti, vengono dati come “mangime” alle vacche o ai suini. Può essere servita lessa o arrostita. Non solo. Esistono diversi piatti a base di “ipomoea batatas”: gnocchi, pasticci, risotti, perfino una torta simile ad una crostata. Da trent’anni il territorio sta portando avanti una politica finalizzata alla valorizzazione di questa tipicità. «Non si tratta di una coltivazione marginale - puntualizza il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato - ma di una primizia sui cui vale la pena continuare a scommettere assieme alle Istituzioni locali. Tutta la Bassa Padovana possiede delle enormi potenzialità in termini di agricoltura, e la patata americana ne è un esempio. Desideriamo fare la nostra parte al fine di divulgare, pure al di fuori dei confini provinciali, le buone pratiche che vengono portate avanti con tanta passione e dedizione. I nostri prodotti tipici non possono rimanere nascosti. Vanno invece fatti conoscere al grande pubblico: così si innesca un circolo economico virtuoso che, in ultima analisi, ricade a favore della collettività».

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