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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Patrick Zaki, un anno senza libertà. Anche l'Università di Padova chiede l'immediata scarcerazione dello studente

Nel giorno che segna un anno dalla sua carcerazione iniziative sono state messe in campo in tutta la penisola. Rizzuto, rettore dell’Università di Padova: «L’intera comunità dell’Università di Padova si unisce nel chiedere la liberazione dello studente»

Sono passati 365 giorni da quando Patrick Zaki ha lasciato Bologna per la sua città natale il Cairo, quando è stato arrestato, torturato e per poi essere condotto in carcere. Arrivava da Bologna, dove come tanti giovani che arrivano da tutto il mondo, studiano. E' il destino delle grandi università, come quella patavina, quello di essere frequentata da giovani che arrivano di ogni dove. Le loro storie finiscono per inevitabilmente per incrociarsi.

Zaki 

La sua vicenda, quello dello studente egiziano è legata a doppio filo con quella di un altro giovane, Giulio Regeni, che proprio al Cairo ha perso la vita dopo una settimana di torture. Nel giorno che segna un anno dalla sua carcerazione iniziative sono state messe in campo in tutta la penisola. Anche l'Università di Padova ha deciso di prendere una netta posizione sulla situazione che sta vivendo Zaki, accusato di aver criticato il regime del suo Paese da un profilo Fb che nessuno ha mai potuto verificare. «Libertà per Patrick Zaki. Subito. L’intera comunità dell’Università di Padova si unisce, oggi, ad un anno esatto dal suo arresto, alle tantissime voci che si stanno levando, non solo in Italia, unite nel chiedere la liberazione dello studente dell’ateneo di Bologna – afferma Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova –.Trecentosessantacinque giorni dopo, la situazione di Zaki è di fatto al punto di partenza. Chiediamo quindi alle istituzioni nazionali e internazionali di continuare, con forza, la battaglia affinché una soluzione possa trovarsi, e al più presto. Un appello che cade in un giorno simbolico per il nostro ateneo, che ha la libertà come valore fondante e irrinunciabile: l’8 febbraio 1848 studenti e cittadini padovani insorgevano contro il dominatore austriaco. Oggi, come allora, c’è bisogno di difendere i diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo». 

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