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Pericolo infiltrazioni mafiose, la Cgil: «Il Codice appalti va rafforzato, altro che smantellato»

Silvana Fanelli, Cgil Veneto e Aldo Marturano, Cgil Padova: «È necessario non abbassare la guardia e rassicura, in questo senso, il ruolo della Prefettura padovana nell’attuazione della normativa sulle interdittive»

«L’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Padova – al di là dell’esito del ricorso al Tar della Sidem Costruzioni Srl, la ditta subappaltante raggiunta dal provvedimento – costituisce un fattore di preoccupazione e di ulteriore consapevolezza sul pericolo rappresentato dalla consolidata presenza di organizzazioni legate alla criminalità organizzata in Veneto e, nella fattispecie, nella provincia di Padova. E l’evidenza che non si può continuare a parlare di casi isolati. Quanto avvenuto è anche la risposta più diretta a chi, dai banchi del Governo e della maggioranza parlamentare, non perde occasione per chiedere di mettere mano, se non di abolire, il codice degli appalti, nel segno di una maggior semplificazione e liberalizzazione del settore».  

Pediatria

«Il timore, infatti, è che quanto accaduto nel cantiere di pediatria di Padova rappresenti la conferma dell’interessamento delle cosche criminali ai numerosi cantieri avviati e da avviare nel nostro territorio. È quindi invece necessario non abbassare la guardia e rassicura, in questo senso, il ruolo della Prefettura padovana nell’attuazione della normativa sulle interdittive. Prefettura che non si limita a questo, ma lavora concretamente e in sinergia con tutti gli attori istituzionali e non, comprese le organizzazioni sindacali, riuniti al tavolo della legalità e ordine pubblico istituito mesi fa».  

Sorveglianza

«Accanto a questa fondamentale opera di sorveglianza, sono però necessarie tutte quelle azioni che favoriscano la trasparenza in materia di appalti pubblici. Da questo punto di vista è decisiva la costituzione, a livello provinciale, di un’unica stazione appaltante pubblica e la qualificazione del personale amministrativo che vi opera. Occorrono inoltre ampliare la diffusione dei patti per la legalità contro le pratiche corruttive. Solo così potremo contrastare la presenza ormai endemica della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale veneto, confermato dai tanti processi che dal 2019 si stanno svolgendo nella nostra Regione, nei quali la Cgil si è costituita parte civili, nella consapevolezza che la strada per la legalità che abbiamo davanti è ancora lunga».  

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