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Petizione online per riaprire nidi e scuole d'infanzia, l'iniziativa di Assonidi Ascom

Sono 36 mila le firme finora raccolte. La preoccupazione non è solo per i bambini ma anche per i genitori, nello specifico le mamme dato che spesso cade su di loro la cura della famiglia, che si ritrovano in difficoltà

In poche ore 26mila condivisioni. Da tutta Italia. Assonidi Ascom Confcommercio scende in campo a fianco delle proprie strutture associate per esprimere il proprio dissenso alla chiusura delle scuole dell’infanzia anche in zona rossa. E corre online una petizione per riaprirle che ha raccolto finora 36 mila firme.

Il commento

«I nostri nidi – commenta Elisabetta Rampazzo, presidente di Assonidi Ascom Confcommercio Padova – sono sicuri e lo testimonia il cartello che in molte abbiamo rilanciato su Facebook con l’obiettivo di dire chiaramente cosa succede nei nostri centri d’infanzia e lo ribadisce la raccolta di firme che il nostro livello nazionale ha promosso, ottenendo già quasi 36mila sottoscrizioni». Il cartello, che fa riferimento al centro infanzia della vicepresidente Elisa Pisani, riporta che su 47 bambini c’è stato solo un caso Covid (un probabile falso positivo) e su un totale di 8 dipendenti a tempo indeterminato e di 2 a tempo determinato il totale dei casi Covid è stato uno ad ottobre, uno a metà dicembre e uno scoperto a gennaio con sierologico. «Venerdì – spiega Pisani – abbiamo detto noi ai bambini che non potevano venire a scuola lunedì, e io i loro occhi li ho visti: mi fissavano in maniera profonda, smarriti, alcuni con le lacrime, altri forse ancora troppo piccoli per capire a pieno che stava succedendo di nuovo. Se avessimo la certezza che fossero solo due settimane di chiusura, non saremmo qui a protestare e farci sentire, ma ormai abbiamo perso fiducia nelle istituzioni, vista la grande scottatura presa lo scorso anno». Ma non ci sono solo i bambini. «È chiaro – conclude Rampazzo – che se i piccoli sono le prime vittime di questo assurdo stato di cose, immediatamente dopo ci sono le donne che lavorano e che, nelle nostre strutture, trovano un sostegno ed un aiuto indispensabile. Per cui sono due le vittime di una scelta che è del tutto fuori luogo visto che i bambini da zero a sei anni non si assembrano, i bambini sono rispettosi delle regole, i bambini ci chiedono perché non possono incontrarsi coi loro amichetti e noi e le mamme facciamo fatica a rispondere».

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