rotate-mobile
Attualità

Magani sul caso Prato della Valle: «Non è così che si costruisce la parità di genere»

Il soprintendente: «Partirei proprio dal modello di Andrea Memmo, di come ha pensato la Isola Memmia, per scegliere un luogo e una protagonista a cui dedicarlo o intitolarlo. Non andrei a toccare ciò che già c’è»

La proposta dei consiglieri comunali di maggioranza Margherita Colonnello e di Simone Pillitteri, di collocare la statua di un personaggio femminile nell’isola Memmia ha inaspettatamente attirato grandissima attenzione tanto che è finita sulle pagine di giornali internazionali. Abbiamo così chiesto al Soprintendente, il dottor Fabrizio Magani, se è vero che ha dato favorevole parere all’iniziativa: «Non ho dato nessuno parere perché non c’è nessun progetto. C’è una richiesta di due consiglieri di esprimersi sull’argomento e su questo si pronuncerà il consiglio comunale. So che c’era una prima proposta di spostare la statua di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo, ma mi sembra assolutamente inattuabile. Anche la Rettrice ha escluso la possibilità». Insistiamo:  «Io non ho fatto nessuna dichiarazione, ho solo dato una opinione rispetto a una idea che va meglio messa a fuoco», chiarisce Magani.

Settecento

«Nel Settecento – spiega Magani - l’idea del Memmo è stata un’azione formidabile e moderna, che andava a toccare temi di grande intelligenza per l’epoca. Se i valori e le virtù, il merito che ottenute attraverso le opere e non dal sangue dell’aristocrazia sono consacrate da quel monumento, mi chiedo se quei valori sono ancora parlanti, se valgono ancora. La risposta che mi do è che secondo me sì, valgono ancora oggi. Quindi bisogna fare una serie di valutazioni di fronte a questa proposta. Ci sono tanti elementi che entrano in gioco, ma è dal mio punto di vista interessante e inaspettato il dibattito che si  sta alimentando, penso sia interessante che una comunità parli di questi temi».

Iniziativa

Non boccia affatto l’iniziativa dei consiglieri: «A me piacciono le cose che partono dal basso, segno di appropriazione del dato culturale. Bisogna valutarne la portata effettiva, però». Il tema della disparità di genere è  quanto mai caldissimo. Da cronisti alle prese con la quotidianità, facciamo notare che solo negli ultimi quindici giorni abbiamo riportato di troppi casi di violenza domestica, di donne aggredite da maschi di cui alcune hanno anche rischiato di perdere la vita. A Padova, nel 2021. «E’ esattamente questo il tema, da cittadino, oggi. Non so dire se una statua celebrativa di una donna del passato, che sia in copia o lo spostamento di una autentica, sia il filone giusto per trattare questo tema. Andrea Memmo parlava di altri valori, del pantheon delle glorie, degli illustri. Oggi bisogna essere molto attenti, partiamo da questa cosa per definire il momento e poi vediamo come è opportuno declinarlo. Questi argomenti vanno discussi ed elaborati».

Contemporaneità

Oggi, in un’epoca di grandi cambiamenti che evidentemente non sappiamo dove ci porteranno ma che le azioni delle persone possono indirizzare, costruire, modellare, condizionare per quanto possibile, ha senso andare a toccare un passato che per quanto non immobile, come dimostra proprio Prato della Valle che nei decenni si è sempre trasformata, invece che costruire la città nuova secondo questi giusti criteri. Non ha più senso vivere il presente per costruire il futuro invece che andare a toccare un passato che comunque c’è già stato? «Si sta parlando di opere, trovo sia una cosa molto interessante. Andrea Memmo, tra i vari protagonisti che ha scelto per questo vero proprio e pantheon di illuminati non più in vita, ci mise anche uno scultore, Antonio Canova, quando ancora non era il più grande d’Europa. Un uomo ancora in vita. Non c’è solo passato quindi. Partirei da quel modello, per scegliere un luogo e una protagonista a cui dedicarlo o intitolarlo. Su questo mi trovo d’accordo, non andrei a toccare ciò che già c’è». E’ sorpreso di questo clamore, il Soprintendente: «Che ci sia un dibattito sulla scultura a un soprintendente non può che far piacere. Se il tema è di interesse e di grande attualità, perché non dargli lo spazio che merita invece che una operazione che sembra più un rituale che una vera svolta. Forse non è guardando indietro, attraverso la figura di Cornaro Piscopia o chi per essa, la soluzione giusta. Come non lo è farla entrare a spallate in quel contesto lì. Non è certo la soluzione migliore».  

Sicurezza

Una donna in mezzo a settantotto uomini. Se il messaggio che si vuole dare è che in un mondo perfetto lei è al sicuro anche se in netta minoranza, la realtà, la cronaca quotidiana ci fanno invece pensare che c’è tanta strada ancora da fare per arrivare a questo. Costruire domani partendo da oggi, il passato ormai è già andato. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Magani sul caso Prato della Valle: «Non è così che si costruisce la parità di genere»

PadovaOggi è in caricamento