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In Prefettura la comunità sudanese in Veneto: «Intervenga la diplomazia, fermiamo la strage»

Sono tanti i cittadini di origine sudanese presenti in Veneto. Una cinquantina si sono dati appuntamento sotto palazzo Santi Stefano a Padova per chiedere a Ue e Governo italiano di usare tutti i mezzi diplomatici per fermare le ostilità. «In ansia per i nostri famigliari»

«Come sudanesi e italo-sudanesi, è nostro dovere denunciare queste attrocità e violenze e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammatica situazione in Sudan. Solo nella capitale Kartoum, ci sono già stati più di 500 morti, si contano almeno seimila feriti. Una situazione che non può che peggiorare se non si interviene chiedendo con forza il cessate il fuoco». Sabato 29 aprile una cinquantina di cittadini sudanesi e italo-sudanesi residenti a Padova si sono dati appuntamento sotto prefettura di Padova. Con loro anche alcuni sindacalisti di Adl Cobas.

Hanno chiesto l’intervento dell’Unione Europea e del governo italiano. Gli scontri tra le Forze di supporto rapido, paramilitari guidati dal vice presidente del Consiglio di transizione sudanese, il generale Mohamed Hamdan Dagalo, conosciuto come "Hemeti", e l'esercito regolare fedele al generale Abdel Fattah al-Burhan, che è a capo del Consiglio Sovrano, si fanno sempre più cruenti. «Come sudanesi e italo-sudanesi, è nostro dovere denunciare queste attrocità e violenze e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammatica situazione che si vive in Sudan». La loro preoccupazione sono i congiunti rimasti in patria in balia dei militari e dei paramilitari che si affrontano con le armi.

Cittadini sudanesi sotto la Prefettura

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