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«Ci pagano le pesche appena 40 centesimi al chilo»: le testimonianze dei coltivatori padovani

Nel pieno della raccolta le pesche vengono pagate al produttore meno di 40 centesimi al chilo e le albicocche circa un euro, ma il costo triplica per il consumatore: a rilevarlo è Coldiretti Padova, che sottolinea un aumento dell'11,1% dei prezzi della frutta

Nel pieno della raccolta le pesche vengono pagate al produttore meno di 40 centesimi al chilo e le albicocche circa un euro, ma il costo triplica per il consumatore: a rilevarlo è Coldiretti Padova, che sottolinea un aumento dell'11,1% dei prezzi della frutta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per effetto del clima pazzo, a partire dal lungo periodo di siccità che ha sconvolto i raccolti e del Coronavirus che ha ridotto le disponibilità sui mercati.

Testimonianze

A farne le spese sono gli agricoltori impegnati nella raccolta della frutta: a Pernumia e dintorni, ad esempio, vi sono quasi 150 ettari coltivati a pesche e nettarine che generano un fatturato di circa 1,5 milioni di euro e danno lavoro ad alcune decine di aziende agricole. Quest’anno, dopo il calo di produzione del 2019, si assiste ad una leggera ripresa ma il problema sono i prezzi, come conferma con amarezza Alessandro Bertin di Pernumia, giovane imprenditore agricolo che insieme ad un socio coltiva pesche in una delle zone più vocate della provincia per questo tipo di frutto: «È proprio il caso di dire che piove sul bagnato, visto il clima di questi giorni. Disponiamo di un prodotto di qualità che però ci viene pagato meno di quel che ci costa, appena 40 centesimi al chilogrammo, mentre poi assistiamo alla classica moltiplicazione dei prezzi lungo la filiera, un fenomeno accentuato in queste settimane dall’effetto Coronavirus che ha portato ad un generale aumento di quanto pagato dal consumatore. Ma a noi agricoltori restano, come sempre, pochi spiccioli che a malapena ci consentono di recuperare le spese. Sul fronte climatico abbiamo avuto dei problemi in primavera con la lunga siccità mentre è ancora concreta la minaccia della cimice asiatica che rovina il raccolto. Abbiamo lavorato sodo e sostenuto spese per garantire in ogni caso  una buona disponibilità di pesche e nettarine di qualità, nel pieno della stagione in cui aumenta la richiesta di frutta fresca, è inaccettabile che i nostri prodotti ci vengano pagati così poco». Dello stesso tenore anche l’esperienza di un altro produttore, Gianni Bertaiola, che per recuperare parte del reddito e valorizzare la qualità dei propri prodotti ha scelto di vendere le pesche direttamente al consumatore, attraverso la rete dei Mercati di Campagna Amica, frequentati ogni settimana da migliaia di padovani.

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Coldiretti Padova

Osserva Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova: «Attraverso la rete di Campagna Amica gli agricoltori possono saltare i passaggi della filiera e raggiungere direttamente i consumatori, i quali hanno l’opportunità di acquistare prodotti freschi e di stagione ad un prezzo onesto, senza distorsioni o speculazioni. In un momento difficile per l’economia e l’occupazione il consiglio della Coldiretti è di acquistare prodotto italiano e in particolare prodotti locali, come consiglia la nostra campagna #mangiaitaliano. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che è obbligatoria per la frutta e verdura ma è anche importante intensificare i controlli per combattere frodi, inganni e speculazioni. Attraverso la rete di Campagna Amica mettiamo facciamo incontrare produttori e consumatori, nel segno dell’origine, della stagionalità e della sicurezza dei prodotti del territorio».

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