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Martedì, 23 Aprile 2024
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Latte, si tratta sul prezzo ai produttori: «Senza adeguamento una stalla su due rischia di chiudere»

In media, ricorda Coldietti, il costo di produzione alla stalla è cresciuto di 5 centesimi al litro, una spesa che si traduce in perdita per gli allevatori che attualmente ricevono 36-37 centesimi per ogni litro di latte

Giorni decisivi per il prezzo del latte riconosciuto alle stalle: al tavolo nazionale convocato al ministero delle politiche agricole, fortemente voluto da Coldiretti, si discute di un aumento di 4 centesimi al litro pagati agli allevatori, con l’obiettivo di raggiungere il prezzo dei 41 centesimi al litro per far fronte ai maggiori costi di produzione legati all’impennata delle spere per le materie prime negli allevamenti.

Latte

In media, ricorda Coldietti, il costo di produzione alla stalla è cresciuto di 5 centesimi al litro, una spesa che si traduce in perdita per gli allevatori che attualmente ricevono 36-37 centesimi per ogni litro di latte. L’aumento di 4 centesimi è l’obiettivo al quale i rappresentanti della filiera stanno lavorando per fare in modo che agli allevatori venga garantita la giusta cifra. «Riconoscere il giusto prezzo del latte agli allevatori è un fatto etico in un momento in cui il settore lattiero caseario è in ripresa», ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova. «E il doveroso riconoscimento del lavoro svolto dai nostri allevatori che forniscono prodotti di alta qualità per i formaggi a marchio Dop come Grana Padano, Asiago e Montasio. Ma senza questo adeguamento almeno una stalla su due rischia di chiudere, serve perciò un preciso patto di filiera», ammonisce il presidente di Coldiretti Padova.

I numeri del settore

A Padova il settore lattiero caseario conta, specie nell’Alta Padovana e Destra Brenta, circa 500 aziende con un fatturato di quasi 90 milioni di euro nel 2020, cresciuto di un paio di punti percentuali (dati Veneto Agricoltura), quasi 40 mila vacche da latte, e una produzione di 2 milioni 140 mila quintali di latte l’anno, un quinto del totale veneto, destinato per lo più alla produzione di formaggi Dop e di latticini. L’emergenza Covid ha inciso negativamente sui prezzi, calati di oltre il 6% soprattutto sopratutto in primavera. Questo ha portato ad un incremento della produzione di formaggi Dop anche nella nostra provincia, soprattutto gli stagionati come l’Asiago d’Allevo (+40%) e il Montasio, ma non del Grana Padano che anzi ha registrato un calo dell’1,5% proprio per le difficili condizioni dei mercati internazionali, a partite da quello Usa. Negli ultimi mesi il cambio di rotta con un deciso aumento delle vendite che lascia sperare in rapido recupero. Nei caseifici della nostra provincia sono state prodotte 135mila forme di Grana Padano Dop, alle quali si aggiungono gli altri formaggi Dop, Asiago e Montasio. Un patrimonio da difendere preservando anzitutto le stalle.

Coldiretti Padova

Coldiretti Padova ricorda che la situazione del prezzo del latte alla stalla è diventata insostenibile con gli allevatori messi sotto pressione da prezzi troppo bassi a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia, a causa delle tensioni generate dalla pandemia. È invece fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione, per questo Coldiretti ha chiesto un adeguato intervento sul prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, il cui incremento dovrà essere assorbito lungo la filiera. Aggiunge Bressan: «I prezzi di mais, soia, colza hanno fatto registrare balzi in avanti tra il 20 e il 40 per cento, facendo salire i costi di produzione. Oggi per un fare un litro di latte i nostri allevatori spendono più 5 centesimi al litro in più. Difficile far quadrare i conti in queste condizioni, tanto che il rischio è quello di perdere altri allevamenti anche nella nostra provincia. L’intervento sul prezzo riconosciuto ai produttori è la soluzione che permette di salvare il settore lattiero caseario».

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