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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Prodotti tipici culinari come regalo di Natale: i padovani spenderanno 5 milioni di euro

Una famiglia padovana su due acquisterà tipicità del territorio da regalare a Natale: tra i prodotti che verranno messi nelle tradizionali ceste troviamo vini, salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi e verdura di stagione

Una famiglia padovana su due acquisterà tipicità del territorio da regalare a Natale, per una spesa complessiva di circa 5 milioni di euro: la stima è dell’Ufficio studi di Cia.

Prodotti tipici

Tra i prodotti che verranno messi nelle tradizionali ceste troviamo vini, salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi e verdura di stagione. Molte di queste eccellenze vengono comprate ai mercati agricoli di Padova e provincia, che stanno registrando un +7% rispetto al periodo pre-Covid. «Un buon segno - commenta Cia Padova - Durante il lockdown severo della primavera del 2020 i nuclei familiari hanno riscoperto le eccellenze nostrane. Oggi fare la spesa ai mercatini è diventata una sana abitudine, in tutti i sensi”. Stanno prendendo piede anche gli acquisti online sul sito www.dalcampoallatavola.it (nell’ambito dello stesso è attivo “Agridelivery”, il servizio di consegna a domicilio). Tuttavia, rileva Cia Padova, c’è una buona notizia pure rispetto al rapporto con la grande distribuzione: «Nei giorni scorsi - commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini - è entrato in vigore il Decreto legislativo contro le pratiche commerciali sleali, che recepisce una specifica Direttiva europea del 17 aprile 2019. Si tratta di una norma statale finalizzata a contrastare azioni scorrette negli scambi tra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari in quanto contrarie ai principi di buona fede e correttezza, comprese quelle imposte unilateralmente da un contraente alla sua controparte. L’obiettivo del provvedimento, proposto dal Ministero alle Politiche agricole, è rafforzare il quadro giuridico vigente per una tutela maggiore dei fornitori e degli operatori della filiera agricola ed alimentare, sostenendo la trasparenza nei rapporti commerciali a cui venditori e acquirenti di prodotti agroalimentari dovranno attenersi prima, durante e dopo la relazione».

Cia Padova

Vietate, in particolare, le vendite dei prodotti agricoli e alimentari attraverso il ricorso a gare e aste elettroniche a doppio ribasso, il mancato rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili), la vendita sottocosto sugli scaffali di prodotti agricoli e alimentari, l’imposizione all'acquirente da parte del fornitore di prodotti con date di scadenza troppo brevi e le modifiche unilaterali dei contratti. “Il principio sotteso - osserva Antonini - è che ai produttori deve venire riconosciuto il giusto margine di guadagno. Chiaro che se la grande distribuzione vende le tipicità sottocosto, di conseguenza il lavoro degli imprenditori è in perdita. Una condizione, questa, che si è già verificata, anche nel recente passato. Stiamo tutti attraversando una congiuntura difficilissima a causa del Covid. Non pagare in maniera equa gli agricoltori, che peraltro svolgono un servizio essenziale, alla lunga potrebbe dare il colpo del ko ad un settore che, non a caso, viene definito primario. Ci auguriamo che il nuovo Decreto sia applicato alla lettera dalle autorità competenti. È una questione di giustizia nei confronti tanto degli imprenditori che dei cittadini».

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