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GUERRA IN UCRAINA

Si lavora per arrivare a 500 posti destinabili all'accoglienza degli ucraini in fuga da Putin

Quelli disponibili presso i Cas della provincia sono 100, che aumenteranno nelle prossime settimane a fronte dell’allargamento della rete di accoglienza in corso. Nel piano anche un punto tamponi per chi arriva dall'Ucraina

Saranno presumibilmente 500 i posti messi a disposizione per accogliere i cittadini ucraini in fuga dalla guerra e dalle bombe di Putin. Come confermato dalla Prefettura, i posti attualmente disponibili presso i Cas della provincia sono 100, che aumenteranno nelle prossime settimane a fronte dell’allargamento della rete di accoglienza in corso. Poi ci sono i 200 posti offerti da Federalberghi, che però potranno essere disponibili all’esito della stipula di apposite convenzioni con la Regione Veneto. A questi vanno aggiunti un centinaio dei centri di accoglienza Sai e altrettanti che saranno messi a disposizione di tutti gli altri mondi che si occupano di accoglienza, a partire da Caritas e Cvs. Per ora sono numeri sulla carta, ma si sta lavorando alle convenzioni per chiudere gli accordi e raggiungerli il prima possibile. Oggi, 9 marzo, il prefetto Raffaele Grassi ha riunito tutti gli attori principali del piano di accoglienza, che hanno messo a disposizione case, alberghi, strutture ed edifici per ospitare le famiglie. Dal sindaco Sergio Giordani con l'assessora Marta Nalin e il vice Andrea Micalizzi, agli albergatori, i vertici delle forze dell'ordine, dell'azienda ospedaliera, della Caritas, Assindustria e i delegati del Centro Servizi Volontariato, tutti hanno messo a disposizione degli spazi per almeno 500 persone. Spazi che però potrebbero accoglierne anche di più, visto che il rischio è che diventino molti e soprattutto che la situazione non sia emergenziale, ma possa diventare strutturale per i prossimi anni, così come i loro tempi di pemanenza

La riunione

Il Prefetto ha riepilogato ai presenti le disposizioni emanate, con riferimento alla crisi umanitaria in atto, dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, in particolare per quanto riguarda l’accoglienza dei cittadini provenienti dall’Ucraina e gli aspetti sanitari connessi al loro ingresso sul territorio nazionale. È stato fatto poi il punto sul numero degli ucraini sinora giunti in provincia. Al riguardo, la Questura, tramite gli accessi al proprio sportello dedicato e la verifica delle dichiarazioni di ospitalità, ha notizia, ad oggi, di 187 persone arrivate a Padova, prevalentemente ospitate nella rete di familiari, amici o connazionali. Infatti, al momento, sono solo 17 le persone inserite nella rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) della Prefettura. Tale numero è in linea con quello, fornito dalle autorità sanitarie, concernente i tamponi Covid effettuati a cittadini ucraini in provincia dall’inizio dell’emergenza, che risulta pari a 189. La dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura ha fatto il punto sulla situazione giuridica delle persone provenienti dall’Ucraina, sottolineando come sia in ogni caso opportuno che tutti accedano agli uffici della Questura, anche solo per avere informazioni ed indicazioni riguardanti la propria specifica situazione.

Accoglienza

Per quanto riguarda le necessità di accoglienza, il Prefetto ha sottolineato come, in prima battuta, si faccia ricorso alla rete dei Cas, in corso di ampliamento e potenziamento. Si stanno poi raccogliendo le disponibilità da parte degli enti locali, che potranno essere utilizzate attraverso apposite convenzioni o, in maniera più celere e snella, facendo confluire i posti offerti nella predetta rete dei Cas. Per quanto riguarda le disponibilità all’accoglienza negli alberghi, confermata dai rappresentanti di Federalberghi presenti all’incontro, si è in attesa della definizione dei relativi aspetti giuridici. Altra significativa disponibilità di posti per l’accoglienza è pervenuta da Assindustria Venetocentro, unitamente alla concreta possibilità di opportunità lavorative, sulla base delle singole competenze.

Sanità

Per quanto concerne gli aspetti di carattere sanitario, la rappresentante della Ulss 6 Euganea ha riferito di una percentuale modesta di positività tra i cittadini ucraini sottoposti a tampone. Al momento non si registrano particolari criticità connesse all’espletamento delle relative quarantene. Il Prefetto ha al riguardo chiesto di valutare l’opportunità di istituire uno o più hub dedicati all’effettuazione di tamponi per i profughi in arrivo, da ubicare nei luoghi di transito, quali ad esempio le stazioni ferroviarie. Altro aspetto da valutare attentamente è quello relativo alla previsione di strutture da utilizzare per le eventuali quarantene delle persone in arrivo, nel caso in cui il numero dei positivi dovesse aumentare significativamente.

Solidarietà

Con i rappresentanti del terzo settore presenti è stato fatto il punto sulle numerosissime iniziative solidaristiche, di carattere spontaneo, manifestatesi in tutta la provincia. È al riguardo emersa la necessità di un coordinamento, che tenga conto delle effettive necessità del territorio. A tal proposito il sindaco di Padova Sergio Giordani ha riferito dei contatti avviati con il responsabile della Protezione civile regionale, finalizzati appunto a realizzare un coordinamento delle forme spontanee di aiuto.

Grassi

«La cabina di regia ha l’obiettivo di fare sintesi sull’accoglienza dei profughi ucraini anche in considerazione dell’ampliamento delle competenze con l’ingresso in campo della Protezione civile e della Regione - evidenzia il prefetto Grassi - .A Padova stiamo allargando la rete pubblica dell’accoglienza nei Cas, ottenendo così un congruo numero di posti. Per le soluzioni abitative offerte da Assindustria Venetocentro e Federalberghi vedremo di trovare punti di incontro con la Regione per i seguiti del caso. L’encomiabile gara di solidarietà di privati e terzo settore deve trovare adeguata regolamentazione affinché le disponibilità offerte non si disperdano. Ecco perché i sistematici momenti di incontro, anche con il prefetto regionale e la Regione, sono l‘occasione per un corretto approccio al complesso fenomeno che andremo a gestire. La cabina di regia intende armonizzare gli interventi da parte delle strutture sanitarie, facendo circolare le informazioni tra i diversi attori, a partire dalla necessità di avere conoscenza - la più puntuale possibile - delle presenze sul territorio. Il dato riferito dalla Questura (187 soggetti) comparato con quello dei tamponi effettuati dall’ULSS6 (189) dimostra l’efficacia del sistema che si sta mettendo a punto. La rete confida anche sull’azione dei sindaci della provincia che potranno oltremodo offrire strutture nella loro disponibilità per essere poi assorbite nella rete pubblica di assistenza».

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