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Borse di studio, 2mila matricole ancora in attesa: gli studenti interrompono una lezione al Bo

Questa la denuncia di Spazio Catai, Sindacato degli Studenti e Link Padova: «La Regione ha stanziato solo il minimo consentito dalla legge, con l'assessora all'istruzione Donazzan non vuole lavorare per dare priorità al diritto allo studio e trovare ulteriori fondi»

«La pubblicazione della graduatoria per la seconda assegnazione delle borse di studio ha visto 1.955 studenti e studentesse dichiarati idonei non beneficiari. Nonostante da novembre la comunità studentesca denunciasse la necessità di stanziare ulteriori fondi perché nessuno venisse escluso dalla borsa di cui aveva bisogno, la Regione non ha voluto impegnarsi perché il diritto allo studio venisse garantito». Questa la denuncia di Spazio Catai, Sindacato degli Studenti e Link Padova, che oggi, lunedì 3 aprile, hanno organizzato un presidio sotto Palazzo Bo. 

Borse di studio

Almeno all'inizio: tra cori e interventi, infatti, gli studenti sono entrati prima nel cortile del rettorato e quindi nelle aule - interrompendo anche una lezione per un paio di minuti - per parlare con i propri colleghi con un obiettivo: «Diffondere la consapevolezza che la terza regione più ricca d'Italia non voglia trovare i fondi necessari perché studenti delle classi popolari non vengano esclusi dall'istruzione superiore. La Regione ha stanziato solo il minimo consentito dalla legge, l'assessora all'istruzione Donazzan non vuole lavorare per dare priorità al diritto allo studio e trovare ulteriori fondi. Vogliamo che la Rettrice si pronunci a nostro sostegno e faccia pressione alla Regione, invece di ignorare, come ha fatto finora, il problema che impedisce a migliaia di studenti di frequentare l'Università di Padova. Il sottofinanziamento del diritto allo studio in Veneto è una costante da ormai molti anni e se la Regione non interverrà si riproporrà anche l'anno prossimo, sempre peggiore perché gli studenti iscritti all'Università di Padova continuano ad aumentare. Regione e Università devono trovare il modo di far quadrare i conti per garantire pienamente il diritto allo studio, e noi continueremo a scendere in piazza per far sentire la nostra voce e fare pressione affinché le istituzioni facciano il loro dovere».

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