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Polizia penitenziaria, protesta sindacale a Padova: «Bisogna tutelare diritti e salute dei lavoratori»

Il coordinamento unitario dei sindacati di polizia penitenziaria è sceso in piazza questa mattina a Padova, davanti alla sede del Provveditorato regionale, per sensibilizzare il Capo del Dipartimento e le forze politiche sulla necessità di incrementare l'organico, che a livello triveneto fa registrare una carenza di 150 unità

Il coordinamento unitario dei sindacati di polizia penitenziaria è sceso in piazza questa mattina a Padova, davanti alla sede del Provveditorato regionale, per sensibilizzare il Capo del Dipartimento e le forze politiche sulla necessità di incrementare l'organico, che a livello triveneto fa registrare una carenza di 150 unità.

Protesta

Tra i presenti, il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, che ha ribadito le posizioni del partito: «Quello delle carenze organiche nelle carceri è un problema che denunciamo da sempre, soprattutto in quelle realtà dove vengono ospitati anche detenuti psichiatrici e dove quindi la necessità di avere un numero adeguato di agenti è fondamentale per la salute e la sicurezza sia degli uomini della polizia penitenziaria che degli stessi detenuti. Il personale penitenziario è in continuo calo, mentre cresce la popolazione carceraria, con evidenti problemi di carichi di lavoro, svolgimento dei turni e, purtroppo sempre più spesso, aggressioni ai danni degli agenti in servizio». De Carlo (presente insieme ai colleghi di partito Elisabetta Gardini, coordinatore provinciale di Padova, Enrico Turrin e Davide Mauri, consiglieri comunali rispettivamente a Padova e ad Albignasego e Filippo Ascierto, viceresponsabile nazionale per i rapporti con le forze dell’ordine) ha poi rimarcato le proposte targate FdI: «Servono modifiche legislative, come l'abolizione del reato di tortura, almeno per la parte che riguarda la violenza psicologica, ma anche interventi pratici, come il far scontare la pena ai detenuti stranieri nei propri paesi d'origine: gli stranieri sono circa un terzo dei detenuti in Italia, con spese annuali per centinaia di milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per rafforzare gli organici e per realizzare strutture nuove e più rispondenti alle necessità di sicurezza e di gestione. Infine, un problema ben noto in Veneto e nel Bellunese, un intervento deciso sul fronte dei detenuti psichiatrici, che hanno bisogno di strutture e organici a loro dedicati sia per le cure e il recupero che per tutelare l'incolumità degli agenti. Rimaniamo a disposizione, come siamo sempre stati, degli esponenti della Polizia Penitenziaria per sostenere e portare avanti in tutte le sedi necessarie, anche in Parlamento, le loro proposte».

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