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Il nubifragio mette Ko le culture di radicchio, mais e soia della provincia

Impossibile per ora fare una stima completa dei danneggiamenti, ma parliamo di centinaia di migliaia di euro solo nell’area fra Maserà e Albignasego

Metà dei raccolti andati in fumo a causa del nubifragio di ieri 6 ottobre in provincia. Addirittura -50% per il radicchio bianco Fior di Maserà precoce, verze e porri e -40% per il radicchio tardivo (in questo caso vi sono delle possibilità di recupero durante la fase della maturazione). E ancora -50% per il secondo raccolto di mais e soia.

Danni

Il nubifragio che si è abbattuto ieri dalle 16.30  fra Maserà e Albignasego, con chicchi di grandine piccoli ma abbondanti, ha bastonato le colture orticole nel comprensorio di Padova sud. «Questa mattina abbiamo avviato le pratiche per la delimitazione da parte di Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti, della zona colpita dalla calamità – sottolinea Cia Padova – La situazione è disastrosa, ci siamo messi immediatamente all’opera». In via Bolzani, a Maserà, sono caduti 70 millimetri di acqua in un’ora e mezza, mentre al confine fra Maserà e Carpanedo addirittura 162 millimetri di acqua in poco meno di tre ore. Un evento del tutto simile a quello accaduto nel pomeriggio del 31 maggio del 1995, allorché si registrarono allagamenti diffusi nelle stesse zone colpite ieri, mentre la frazione di Cornegliana di Due Carrare andò completamente sotto acqua.

Cia

«Il problema, più che la pioggia in sé, è stata la grandine, oltre a folate di vento fortissime – precisa Cia Padova – I chicchi, seppure di piccole dimensioni, hanno letteralmente bucherellato le piantine. Ci auguriamo in una ripresa della vegetazione stessa, ma è chiaro che adesso diventa tutto più difficile, dato che sta avanzando la cattiva stagione: da qui alle prossime settimane le temperature si abbasseranno sempre di più». Impossibile, almeno per il momento, fare una stima completa dei danneggiamenti. Certamente, però, l’ordine di grandezza è di centinaia di migliaia di euro nell’area fra Maserà e Albignasego.

Antonini

«Non ci voleva, soprattutto adesso che il settore agroalimentare sta vivendo una vera e propria ripartenza – precisa il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – I mutamenti climatici, con fenomeni atmosferici avversi sempre più intensi e frequenti, sono ormai un dato di fatto, per gli imprenditori agricoli rappresentano una potenziale calamità lunga tutto l’anno». Fra gli interventi necessari per far fronte ai fenomeni atmosferici avversi, chiarisce Cia, il Mipaf è tenuto ad incentivare e ad aumentare il contributo a favore dell’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente nel Programma di sviluppo rurale 2014-2020, utilizzando i fondi della nuova Pac.

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