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Un nuovo reparto per accogliere in ospedale i carcerati: approvato il protocollo operativo

Firmato a Padova l’accordo fra l’amministrazione penitenziaria e l’Azienda Ospedale Università Padova, che regola l’uso del nuovo reparto sanitario destinato all’accoglienza dei carcerati

Unire le competenze sanitarie con le competenze sui temi della sicurezza e della prevenzione: sono questi gli obiettivi dell’accordo firmato oggi, lunedì 5 settembre, fra l’Amministrazione Penitenziaria e l’Azienda Ospedale Università Padova. Un documento che accompagna l’apertura del nuovo Reparto di Medicina Protetta, la struttura realizzata all’ospedale di Padova per accogliere i detenuti che necessitano di assistenza per la cura di patologie che non possono essere affrontate in ambiente penitenziario.

Reparto

Un reparto realizzato secondo le linee di indirizzo sull’organizzazione della Sanità Penitenziaria emanate dalla Regione Veneto con la DGR 2337/2011; norme che indentificano i requisiti organizzativi, le prestazioni erogate, la dotazione del personale. Nella struttura dell’ospedale padovano dedicata ai carcerati trovano spazio due stanze di degenza (ciascuna da tre posti letto, con bagno in camera), una guardiola ed un locale attrezzato per il personale di Polizia Penitenziaria, un locale sanitario (dedicato al personale d’assistenza) e un locale dove poteranno esser svolti i colloqui delle persone detenute. La struttura è stata realizzata per la sua parte edile nel 2019 - l’utilizzo è stato poi sospeso a causa della pandemia di Covid - ma nelle ultime settimane ha ricevuto una serie di ulteriori interventi e finiture, anche tecnologiche, realizzate dopo una serie di scambi informativi e confronti fra i medici dell’Azienda e i dirigenti dell’Amministrazione Penitenziaria prima dell’entrata in servizio. Afferma in merito Maria Milano Franco d'Aragona, che dirige il Prap - Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Veneto: «È proprio l’intensa collaborazione fra due realtà apparentemente diverse, ma pronte a lavorare in sinergia, che ha permesso la realizzazione di questo reparto particolare, che porta con sé standard davvero alti di cura, accoglienza, sicurezza. Vogliamo esaltare le competenze umane coniugando al meglio di aspetti di cura delle persone detenute, in strutture moderne ed efficienti, con il lavoro dei nostri uomini della Polizia Penitenziaria, che hanno il compito di garantire la sicurezza». Aggiunge Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera: «Abbiamo voluto pensare e realizzare questo reparto fornendo il meglio delle tecnologie e puntando a un’accoglienza di qualità per i carcerati che si trovano ad affrontare anche le ulteriori difficoltà di un ricovero presso l’ospedale. Per la gestione del reparto abbiamo provveduto a stilare, assieme all’Amministrazione Penitenziaria, questo specifico protocollo operativo che facilità la sinergia, detta le linee guida dell’assistenza, aiuta anche i nostri sanitari nelle procedure di accesso e governance di questo particolare spazio del nostro ospedale».

Regione

Soddisfazione dopo la firma del protocollo d’intesa firmato oggi a Padova è espressa anche dalla Regione Veneto, che sulla tematica degli istituti penitenziari ha svolto un intenso lavoro sociale, normativo e sanitario. «La tematica delle carceri - tiene a comunicare il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - è per noi importante. Non si tratta di meri luoghi di esecuzione della pena, ma di ambiti ben più complessi, dove il riscatto umano e sociale deve passare anche per il riconoscimento di dignità e valori che concretamente devono diventare strumenti per rendere più strutturato ed efficace il percorso di reinserimento». Nei giorni scorsi era stato siglato un ampio accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il rafforzamento, negli istituti penitenziari del Veneto, delle capacità gestionali, tecniche e specialistiche, con percorsi di inclusione a favore dei detenuti e risorse ad hoc stanziate dalla Regione. Conclude Manuela Lanzarin, assessore alla sanità e ai servizi sociali della Regione Veneto: «Con la firma odierna abbiamo completato un iter importante, dove anche l’assistenza sanitaria ha fatto un ulteriore passo avanti, mettendo sempre più al centro la dignità delle persone recluse, ma anche dei tanti professionisti che lavorano quotidianamente nell’ambito della detenzione, del reinserimento dei detenuti, della sicurezza delle nostre comunità».

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