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«Riaprite le scuole»: la richiesta di oltre 100 tra pediatri, neuropsichiatri ed educatori veneti

«Nel rispetto della normativa sul contenimento della pandemia, va studiata in tempi brevi una soluzione che consenta di riaprire le scuole di ogni ordine e grado o dovremo rassegnarci a riparare ai danni di questo black out relazionale ed educativo per molti, molti anni»

Un vero e proprio "manifesto": oltre 100 tra pediatri, neuropsichiatri ed educatori veneti (in gran parte padovani) hanno firmato un documento per chiedere la riapertura delle scuole e limitare così i danni psicologi che già affliggono molti ragazzi.

Covid

Si legge nel documento: «Da un anno sentiamo dire che dobbiamo tutelare dal Covid le fasce più fragili della popolazione. Queste non comprendono solo i nostri anziani, ma anche bambini e adolescenti. Oltre a contare il numero delle persone decedute, come professionisti dell’area sanitaria abbiamo il dovere di porre all’attenzione dell’opinione pubblica anche gli innumerevoli danni che la sospensione della didattica in presenza e la mancata socializzazione stanno avendo su bambini e ragazzi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come "Uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità”. Nell’ultimo anno sono però venute meno quasi tutte le opportunità che permettono a bambini e ragazzi di confrontarsi di persona tra loro e con i loro educatori, di sperimentarsi e affrontare le tappe di crescita fondamentali per un sano sviluppo psico-fisico. L’uso dei social media, incrementato ampiamente con la pandemia, sta certamente svolgendo un’importante funzione di compensazione sociale. Tuttavia, accanto all’opportunità di continuità relazionale offerta dai social si evidenzia anche un incremento dei rischi collegati ad un loro cattivo uso. La pandemia alimenta gli adescamenti, gli abusi e lo sfruttamento sessuale sui minorenni, nonché il fenomeno della pedopornografia online. Nei mesi di Marzo e Aprile 2020 le denunce relative alla pedopornografia online sono raddoppiate (51%) rispetto allo stesso periodo del 2019 (dati Polizia Postale) . Questi dati vengono confermati anche dall’indagine dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità” svolta da Durex e Skuola.net in collaborazione con l’Università di Firenze (Ottobre 2020). Tra gli oltre 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni coinvolti, oltre 6 su 10 hanno dichiarato di usufruire abitualmente di materiale pornografico. Un quadro che diventa ancora più allarmante se si analizzano le singole fasce d’età: il 75% dei ragazzi di età compresa tra 11 e 13 anni afferma di fare (o di averne fatto) uso».

Sviluppo fisico

Prosegue il documento: «Passando al lato fisico, è stato evidenziato un incremento di oltre il 50% dei casi di pubertà precoce registrati all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma durante il lockdown del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Lo studio è stato pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics. La seconda fase della ricerca, già avviata, ha l’obiettivo di accertare le cause di questo fenomeno. Tra le ipotesi, una combinazione di fattori coincidenti durante il lockdown: modifiche delle abitudini alimentari e uso prolungato di PC e Tablet».

Le richieste

Chiudono i firmatari: «Come professionisti dell’area medica e psicologica non possiamo più tacere. Non possiamo per ragioni etiche, non possiamo perché come professionisti abbiamo il dovere di tutelare le fasce fragili della popolazione, che comprendono bambini e ragazzi, il nostro futuro. Vogliamo essere una comunità che aiuta e sostiene bambini e adolescenti a riappropriarsi di una sana vita affettiva e relazionale come base essenziale per la costruzione del proprio benessere psico-fisico. Nel rispetto della normativa sul contenimento della pandemia, va studiata in tempi brevi una soluzione che consenta di riaprire le scuole di ogni ordine e grado o dovremo rassegnarci a riparare ai danni di questo black out relazionale ed educativo per molti, molti anni».

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