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«Venga consentito agli agriturismi di lavorare a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all'aperto»

A richiederlo a gran voce è Cia Padova: «Si tratta di strutture, connesse all’attività agricola, ferme da mesi. Si trovano in aperta campagna o sulle colline e, di conseguenza, sono sicurissime»

«Ai 211 agriturismi della provincia, 85 nell’area dei Colli Euganei, venga concesso di lavorare a pranzo e a cena: dispongono di spazi esterni che consentono il distanziamento»: questa la richiesta che Cia Padova porterà nelle sedi opportune al fine di provare a far ripartire il settore.

Cia Padova

Aggiungono da Cia Padova: «Si tratta di strutture, connesse all’attività agricola, ferme da mesi. Si trovano in aperta campagna o sulle colline e, di conseguenza, sono sicurissime». Questo, peraltro, è tradizionalmente il periodo clou: «L’anno scorso gli agriturismi hanno perso in toto la stagione primaverile; le autorità competenti permettano una loro riapertura, nel rispetto di tutte le norme anti-covid. Non siamo nelle condizioni di fronteggiare un ulteriore stop forzato». Secondo Cia «Non saranno certo i contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Sostegni a colmare i mancati guadagni: in provincia sono in arrivo 100 milioni di euro per le aziende che hanno subito danni dal 30% in su tra il 2019 e il 2020». Precisa Roberto Betto, presidente di Cia Padova: «Si tratta di una boccata d’ossigeno in mezzo ad un mare di difficoltà. Tali risorse rappresentano una primissima risposta, ma sicuramente non saranno sufficienti a compensare le perdite che i nostri agricoltori hanno registrato da febbraio del 2020, ovvero dall’inizio della pandemia. Il nostro settore non si è mai fermato, non lavoriamo in una fabbrica dove basta premere un pulsante e la produzione si arresta. Oltre alle attività agrituristiche ferme, il problema è stato, e rimane tuttora, lo sbocco dei nostri prodotti tipici nel macrosettore Horeca. Di fatto, quest’ultimo si è azzerato, con pesanti conseguenze pure per le aziende agricole. L’appello che mi sento di rivolgere ai consumatori, in una congiuntura che attualmente resta difficilissima – aggiunge – è che preferiscano il made in Italy, supercontrollato, genuino e garantito. Le scelte dei cittadini possono contribuire a tenere in piedi un comparto strategico per l’intero sistema Paese».

Decreto Sostegni

Per quanto riguarda il DL Sostegni, la relativa richiesta potrà essere presentata dai soggetti titolari di partita Iva che abbiano appunto subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30%, calcolato sul valore medio mensile. Il nuovo meccanismo ammette pure le imprese con ricavi fino a 10 milioni di euro, a fronte del precedente limite di 5 milioni di euro. «Ma questi numeri - puntualizza Betto - risultano comunque fuori dall’ordine di grandezza delle nostre attività. Molte sono a conduzione familiare, con pochi dipendenti». Le istanze vanno presentate all’Agenzia delle Entrate entro il prossimo 28 maggio.

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