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La ricorrenza: Città della Speranza festeggia i suoi primi 25 anni di attività

Introdotti dalla giornalista Elisa Santucci, sono saliti sul palco anche gli altri i presidenti che si sono succeduti nel tempo. Andrea Camporese ha raccontato la nascita della Torre

«La Fondazione è nata con la consapevolezza che non si può sempre aspettare che qualcuno faccia qualcosa al posto nostro. Non dobbiamo agire come singoli, ma come parte di una società, come pezzetti di Stato». Così il fondatore di Città della Speranza, Franco Masello, nel ripercorrere i 25 anni di fatti che hanno portato tale realtà a distinguersi a livello nazionale nella lotta ai tumori pediatrici. La ricorrenza è stata celebrata sabato sera nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza – la provincia in cui tutto è nato –, davanti a una platea di 300 persone. Invitati speciali i 183 Comuni, distribuiti tra Veneto, Calabria, Puglia, Sardegna, Campania e Lombardia, che hanno sottoscritto la “Charta” del gemellaggio, ovvero il codice deontologico che impegna le amministrazioni locali a far crescere nella comunità l’impegno civile verso coloro che hanno bisogno, a favorire le attività di volontariato e a vigilare sulla trasparenza delle associazioni sostenute.

La serata 

Introdotti dalla giornalista Elisa Santucci, sono saliti sul palco anche gli altri presidenti che si sono succeduti nel tempo. Andrea Camporese ha raccontato la nascita della Torre della Ricerca, oggi considerata il più grande polo europeo dedicato alla ricerca pediatrica che punta ad attrarre sempre più ricercatori. Stefania Fochesato si è soffermata sul valore del volontariato, che contraddistingue da sempre Città della Speranza, e sull’importanza di educare i bambini al dono. Il presidente in carica, Stefano Galvanin, ha tracciato gli obiettivi: ampliare la raccolta fondi per permettere alla ricerca di correre più veloce e offrire ai pazienti e allo loro famiglie terapie sempre più efficaci. La prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica, ha sottolineato come, grazie anche all’azione perseverante di Città della Speranza, le percentuali di guarigione si siano completamente ribaltate in pochi anni: nei primi anni Novanta l’80 per cento dei bambini non sopravviveva; oggi è proprio l’80 per cento a salvarsi, ma sono circa 450 l’anno i bambini in Italia che ancora non ce la fanno. È come se scomparisse un’intera scuola. La Fondazione, che in 25 anni ha raccolto 72 milioni di euro (dato aggiornato a giugno 2019) e finanziato 119 progetti di ricerca (88 direttamente e 31 derivanti da realtà esterne), continua a lavorare per raggiungere il cento per cento di guarigione e “svuotare gli ospedali”.

Le istituzioni

A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, che ha consegnato una targa in segno di gratitudine e riconoscenza per gli importanti risultati raggiunti. Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro, ha elogiato l'imprenditoria veneta che ha saputo trascinare un mare di solidarietà fatto di piccoli e grandi gesti. Ha inoltre posto l’accento sul coinvolgimento delle scuole in questa iniziativa solidale: gli studenti delle scuole alberghiere di Recoaro Terme e Tonezza del Cimone non solo hanno contribuito a preparare alcuni stuzzichini e a curare il servizio, ma hanno donato un po’ del loro tempo per sostenere la ricerca. A margine dell’evento, è stata premiata con una targa Giorgia Sapri, di Creazzo, che ha creato il logo celebrativo dei 25 anni di Città della Speranza, scelto tra tutti quelli ammessi al contest organizzato nei mesi scorsi.

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