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Un vero e proprio "faccia a faccia": l'Università di Padova ha ricostruito il volto di San Teobaldo

Dopo Sant’Antonio nel 2014 e San Valentino nel 2018, ora anche San Teobaldo avrà un volto grazie alla ricostruzione facciale forense effettuata da un gruppo di studiosi dell’Università di Padova

Dopo Sant’Antonio nel 2014 e San Valentino nel 2018, ora anche San Teobaldo avrà un volto: l’urna che contiene i resti scheletrici del Santo, collocata nella chiesa di San Giovanni Battista a Badia Polesine in provincia di Rovigo, era stata aperta il 26 giugno 2019 con i primi rilievi condotti da un gruppo di studiosi dell’Università di Padova (Alberto Zanatta, Nicola Carrara, Cinzia Scaggion, Monica Panetto, Gilberto Artioli dell’Ateneo patavino e Luca Bezzi di Arc-team s.r.l.). La ricognizione del corpo di San Teobaldo è stata la decima nella storia e la seconda condotta dall’Ateneo, dopo quella del 1972 guidata dall’antropologo Cleto Corrain.

La ricostruzione

La ricostruzione facciale forense del volto verrà presentata giovedì 22 ottobre alle 20.45 nella Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista in via Cigno 207 a Badia Polesine (RO) con interventi di Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo, Alex Miglioli, Giorgio Soffiantini. Presenterà lo studio Nicola Carrara del Museo di Antropologia dell’Università di Padova. Durante le indagini gli studiosi hanno prelevato dai resti scheletrici di San Teobaldo micro-campioni di polvere d’osso per l’analisi genetica, hanno condotto uno studio antropologico dei resti per la determinazione del sesso, dell’età di morte e di eventuali anomalie e patologie ed effettuato un rilievo 3D delle reliquie tramite tecniche di Structure from motion e Multiple-View Stereovision. Le operazioni previste dal gruppo di ricercatori dell’Università di Padova sono state complesse e si sono sviluppate per fasi successive: apertura dell’urna in legno, prelievo di micro-campioni di polvere d’osso per l’analisi genetica, studio antropologico dei resti scheletrici per la determinazione del sesso, età di morte, eventuali anomalie e patologie e un primo rilievo 3D delle reliquie tramite tecniche di SfM (Structure from motion) e MVS (Multiple-View Stereovision). Successivamente sono stati elaborate le nuvole di punti 3D (unione, restituzione dei valori metrici, pulizia delle nuvole, mesh-editing e texturing) ed è stato ricostruito il facciale forense del Santo con tecniche digitali (piazzamento degli indicatori dei tessuti molli in base allo studio antropologico secondo il metodo Manchester Wilkinson) e il profilo di San Teobaldo con metodo Lebetinskaya (modellazione della muscolatura, modellazione della pelle, preparazione del modello base glabro; calibrazione con le fonti a disposizione, mediche antropologiche, archeologiche storiche). Infine si è preparata un'immagine ad alta definizione cui seguirà un video 3D del viso ricostruito. Da ultimo si è studiato il DNA di San Teobaldo per definire il tipo etnico e la presenza eventuali agenti patogeni.

San Teobaldo

Teobaldo nasce nel 1033 a Provins, in Francia, da nobile famiglia. La sua storia si colloca circa duecento anni prima di San Francesco e di Sant’Antonio. Teobaldo, come Francesco d’Assisi, abbandonò agi e ricchezze per dedicarsi ai poveri e iniziò peregrinando per l’Europa fino a quando giunse in Italia, a Roma, per visitare i luoghi della cristianità. Dopo quella importante esperienza maturò un nuovo disegno: recarsi in Terra Santa. Per questo si incamminò verso Venezia dove contava di imbarcarsi ma, assalito dai briganti, si rifugiò in una boscaglia nei pressi di Sossano, nel vicentino, dove rimase fino alla fine dei sui giorni. Fondò una comunità di confratelli seguendo la regola camaldolese. Anche la madre abbandonò tutto per unirsi a loro. Morì nel 1066, a soli 33 anni, e subito il suo corpo venne portato in cattedrale a Vicenza. La canonizzazione, avvenne dopo appena sette anni dalla morte, ad opera di Papa Alessandro II. Nel 1074, il suo corpo venne spostato presso l’Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine. Dopo l’arrivo di Napoleone in Italia, le reliquie vennero trasferite nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Badia Polesine e da allora sono custodite nell’urna in marmo di Carrara posta nell’altare a lui dedicato

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