rotate-mobile
Attualità

Rifiuti plastici in fiumi e mari, dallo studio Unipd sui canali cittadini una risposta "mondiale"

Sono stati raccolti e analizzati circa 500 kg di rifiuti, quantificando le loro dimensioni (analisi granulometrica) e il tipo di materiale (analisi merceologica), confermando che oltre il 47% in peso di quanto raccolto era plastica, in particolare prodotti monouso, come ad esempio imballaggi alimentari, sacchetti per la spesa e contenitori per bevande

La consapevolezza dell'inquinamento da plastica dei mari è aumentata in modo consistente negli ultimi anni. Tuttavia, la maggior parte dei rifiuti trovati nell'ambiente marino ha origine terrestre e viene trasportata verso gli ecosistemi marino-costieri da fiumi e canali. Di conseguenza intercettare i rifiuti nei corsi d’acqua mentre attraversano le aree urbane, cioè dove si concentrano le attività umane, ha un grande potenziale per mitigare l’inquinamento plastico nei corpi idrici costieri e marini. 

Studio

È questo il tema dello studio svolto sui rifiuti raccolti nei canali della città di Padova da un gruppo di ricercatori dei Dipartimenti di Ingegneria Civile Edile e Ambientale, di Ingegneria Industriale e di Biologia sotto il coordinamento dalla prof.ssa Maria Cristina Lavagnolo, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Piovego. Lo studio "Waste characterization in the urban canal network of Padova (Italy) to mitigate downstream marine plastic pollution", recentemente pubblicato nella rivista internazionale "Detritus Journal", ha descritto i risultati di alcune campagne di raccolta rifiuti effettuate nel corso del 2021 in punti rappresentativi della rete dei canali del centro storico di Padova. Sono stati raccolti e analizzati circa 500 kg di rifiuti, quantificando le loro dimensioni (analisi granulometrica) e il tipo di materiale (analisi merceologica), confermando che oltre il 47% in peso di quanto raccolto era plastica, in particolare prodotti monouso, come ad esempio imballaggi alimentari, sacchetti per la spesa e contenitori per bevande. La ricerca ha preso in esame diverse stagioni e ha permesso così di stimare la quantità totale di rifiuti recuperabile in un anno dalla rete dei canali della città di Padova, evidenziando inoltre che i rifiuti presenti su argini e vegetazione ripariale sono in quantità molto maggiore di quelli presenti in acqua.

Rifiuti

Questo risultato, e cioè la grande capacità della vegetazione ripariale di agire come filtro meccanico contro i rifiuti, è di grande rilevanza gestionale secondo uno degli autori della ricerca, il prof. Alberto Barausse, che sta coordinando un gruppo di ricercatori patavini che lavorano alla studio e alla rigenerazione dei canali patavini: «Questo lavoro mostra che se si pianifica la raccolta dei rifiuti insieme alla gestione della vegetazione arginale, è possibile ottimizzare le risorse pulendo con efficacia i corsi d’acqua dai rifiuti. Al contrario, se questo non avviene, il rischio è che con gli sfalci (eseguiti per il controllo della crescita della vegetazione) si vada a polverizzare gli abbondanti rifiuti presenti favorendo la formazione di microplastiche». A questo studio, svolto del contesto delle attività di cura, pulizia e valorizzazione dei corsi d’acqua del centro città previste nel progetto ‘Padova e i suoi canali’ che ha come capofila il Comune di Padova, hanno partecipato anche gli studenti dell’università di Padova, come parte attiva della popolazione interessata a comprendere e studiare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e a trovare soluzioni.

Valentina Poli

Spiega Valentina Poli, prima autrice dello studio, dip. Di Ingegneria civile, edile, ambientale Unipd: «La nostra ricerca evidenzia l'importanza di raccogliere e caratterizzare i rifiuti nei canali delle città fluviali per prevenire l'inquinamento marino da rifiuti plastici. Il nostro studio può essere utilizzato dalle autorità locali e dai gestori di rifiuti per sviluppare politiche di gestione dei rifiuti più efficaci, anche in ottica di urban mining, cominciando dal coinvolgimento della popolazione, per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono nei corsi d’acqua e, di conseguenza, nel mare, agendo in ottica di prevenzione nelle zone dove i rifiuti si concentrano come gli ambienti urbani».

Valentina Poli

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rifiuti plastici in fiumi e mari, dallo studio Unipd sui canali cittadini una risposta "mondiale"

PadovaOggi è in caricamento