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Rifiuti pericolosi all'ex C&C, parte a fine mese il tanto atteso smaltimento

Il 50% delle circa 44mila tonnellate di rifiuti presenti nella fabbrica di Pernumia è classificato come pericoloso: questi ultimi materiali saranno conferiti in un sito a Siviglia, in Spagna

Si è svolto nei giorni scorsi presso la ex C&C di Pernumia il sopralluogo congiunto tra le associazioni ambientaliste La Vespa di Battaglia Terme, SOS C&C di Due Carrare, Comitato popolare Lasciateci respirare di Monselice, e le istituzioni e le imprese che si occupano della rimozione dei rifiuti nella cosiddetta fabbrica dei veleni: l'incontro ha avuto lo scopo di aggiornare sullo stato dell’arte della rimozione dei rifiuti rimasti, circa 44mila tonnellate.

Rifiuti

L’ing. Trevisan di Veneto Acque ha affermato che si è conclusa la caratterizzazione dei cumuli all’interno del capannone, operata in stretta collaborazione con ARPAV e Università di Padova, che ha portato alla classificazione dei rifiuti, il 50% dei quali risulta non pericoloso secondo la normativa vigente, mentre il restante 50% è classificato pericoloso. Questi ultimi materiali saranno conferiti in un sito nei pressi di Siviglia in Spagna, gli adempimenti burocratici per il conferimento transfrontaliero sono stati lunghi e complessi ma secondo il tecnico si concluderanno presumibilmente entro la fine di agosto 2022, dopodiché potranno iniziare le operazioni di rimozione con carico delle navi che partiranno da Marghera alla volta del paese ospitante. In occasione del carico e del trasporto è previsto un numero elevato di camion in transito e le associazioni hanno chiesto che vengano informati i Comuni e la cittadinanza per evitare disagi. I restanti rifiuti non pericolosi saranno indirizzati, a detta dei tecnici, presumibilmente a Montecchio nel vicentino, dopo i necessari adempimenti e controlli da parte del centro ospitante. Si stima che tutte le operazioni di asporto potrebbero concludersi entro il primo trimestre del 2023. Per quanto riguarda la situazione all’esterno dei capannoni, dalle analisi del suolo e delle acque già effettuate non sono emerse criticità particolari e attribuibili alla presenza dei rifiuti; in ogni caso i tecnici hanno assicurato che successivamente alla rimozione dei cumuli si impegneranno le eventuali risorse non spese per compiere delle analisi di approfondimento. Per le associazioni questo sarà il primo passo in vista della futura bonifica del sito. Secondo le ditte appaltatrici Cogevi e Ireos si tratta di una delle maggiori operazioni di questo genere su scala nazionale, ragione per cui è diventata un “caso di studio” che segnerà la strada per altre esperienze di tale entità. In questo percorso si inserisce anche la collaborazione con l’Università di Padova che ha fornito gli strumenti teorici per affrontare le difficoltà di campionamento e caratterizzazione di cumuli così grandi e complessi.

Associazioni ambientaliste

Le associazioni ambientaliste affermano: «Dopo 18 anni passati tra assidue attività di sensibilizzazione e mobilitazione, con reiterate richieste alle autorità preposte alla sicurezza ambientale a tutti i livelli e finanche con una petizione alla Commissione europea, finalmente vediamo un iter avviato e dei tempi certi per la completa rimozione dei rifiuti presenti. Manifestiamo soddisfazione per la collaborazione e la trasparenza mostrate dalle istituzioni in questa fase e auspichiamo che possano continuare. Resta l’amarezza nel vedere tanta profusione di risorse pubbliche per sanare le conseguenze di attività criminali quando sarebbe più efficace utilizzarle per la prevenzione e il controllo. Resta un grande punto di domanda sulle conseguenze sanitarie di 20 anni di esposizione a una sorgente inquinante così pericolosa»

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