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Roberto Marcato ospite di Ascom: «L'ospedale a Padova Est disegnerà il nuovo volto di Padova»

«Lì si svilupperà la ricerca, lì arriveranno grandi medici, grandi studiosi, la nostra Università diventerà ancora più riferimento mondiale. Per questo servirà una Padova smart, collegata, all’altezza della nuova situazione»

Ha forzato il concetto per sottolineare la valenza strategica del progetto: «Il nuovo ospedale che sorgerà a Padova Est determinerà la Padova del futuro da qui ai prossimi 200 anni perché lì si svilupperà la ricerca, lì arriveranno grandi medici, grandi studiosi, la nostra Università diventerà ancora più riferimento mondiale. Per questo servirà una Padova smart, collegata, all’altezza della nuova situazione». Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, non ha deluso le attese in quello che era l’ultimo incontro della tornata 2021 di #Padovatutticonvocati, l'iniziativa con cui l'Ascom Confcommercio di Padova aveva chiamato a raccolta, prima della pandemia, per richiamarli ora in vista di una auspicabile ripresa, gli stakeholder padovani con l’obiettivo di creare un contesto di confronto e dibattito per immaginare uno sviluppo coerente con le dinamiche economico-sociali del territorio.

Roberto Marcato

Sollecitato dall’introduzione del presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin, che gli ricordava la situazione critica nella quale versa il terziario nel suo complesso, con punte di grandissime difficoltà nel commercio e nel turismo, Marcato, com’è nel suo costume, non ha avuto remore nel dire ciò che, a suo giudizio, meriterebbe scelte diverse: «Con il virus io credo non si possa che convivere ma credo soprattutto ci si debba attrezzare per realizzare processi produttivi resilienti in grado di reagire prontamente in caso di crisi», E qui ha ricordato come le crisi, dallo choc dell’11 settembre del 2001, alla devastazione economica del 2009 fino al Covid 19, rappresentino ormai un appuntamento decennale che, al prossimo evento negativo, non può trovarci impreparati. «In Veneto - ha continuato - dobbiamo attivare una rete biomedicale che ci permetta, in caso di necessità, di poter produrre in loco quanto può servire». E quanto può servire, anche se potrà sembrare poco equo, è riuscire a far ripartire in fretta, con robuste iniezioni di investimenti, le tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) che sono la locomotiva in grado di trainare tutto il resto del Paese. «Il Recovery Plan - ha sottolineato Marcato - non può sottostare a speculazione politica per cui non è possibile che dal piano manchi il porto di Venezia, così come è necessario, perché il nostro territorio non venga isolato, che si raddoppi la 308 e la si colleghi, al pari della Valsugana, con la Pedemontana. I soldi? Se ci sono i progetti, si trovano. Prova ne siano i 30 milioni destinati ai distretti del commercio. L’importante è che tutto nasca da esigenze concrete ed è quello che abbiamo preteso nei confronti dei bandi europei quando abbiamo fatto notare, di concerto con le organizzazioni imprenditoriali, che il nostro tessuto produttivo, formato al 95% da piccole imprese, mai avrebbe potuto attingere a quelle risorse se non fossimo intervenuti per modificare un’impostazione che era appannaggio sono delle imprese di maggiori dimensioni».

Proposte

E a proposito di soldi, Marcato non ha mancato di togliersi un sassolino dalla scarpa quando ha ricordato che non è bastato avere “in cassa” più di 400 milioni per dotare tutti i comuni della regione della fibra ottica, se poi gli accordi vengono puntualmente disattesi da chi la fibra dovrebbe posarla: «Lavori - ha affermato - che avrebbero dovuto concludersi, da contratto, nel 2020 ma che sono stati spostati al 2023. Salvo poi che nel frattempo smart working e dad sono diventate la nostra quotidianità. C’è dunque bisogno di concretezza e di capacità di “vendere bene” il territorio. «Per la Fiera di Padova - ha evidenziato Marcato - serve mettere una data certa entro la quale far partire Competence Center e Centro Congressi. Fermo restando che tutto il sistema fieristico è in sofferenza». Accorato poi il suo appello per valorizzare quelle che sono “eccellenze dimenticate”: «Il prosecco - ha messo in risalto - dal niente è diventato un vino che ha oscurato lo champagne. Perché non si fa altrettanto per il nostro Friularo e perché il Prosciutto di Montagnana non gode della stessa nomea di altri?» Assolutamente d’accordo con l’assessore, Bertin ha ribadito l’importanza di un marketing del territorio in grado di renderlo attrattivo non solo per i turisti ma anche per chi, in questo territorio, potrebbe investire.

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