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Caro affitti, Emma Ruzzon e Udu accampati in tenda davanti all'Università: «Azioni concrete»

Mobilitazione indetta dall'Udu a livello nazionale sul caro affitti: «Le richieste di posti letto a Padova ogni anno superano le 14.000, ma quelli messi a disposizione non bastano per coprire nemmeno il 5% di questi»

Anche Emma Ruzzon, Presidente degli Consiglio degli Studenti di Unipd si è accampata e dormirà davanti Palazzo Del Bo, per unirsi alla mobilitazione indetta dall'Udu a livello nazionale sul caro affitti. «Le richieste di posti letto a Padova ogni anno superano le 14.000, ma i posti letto messi a disposizione non bastano per coprire nemmeno il 5% di questi. E' a causa di questa deficienza strutturale che sono aumentati i prezzi degli affitti, a Padova l'aumento più alto in Italia: 49% - dichiara Emma Ruzzon - .Davanti alla grave crisi del diritto allo studio, non possiamo rimanere inermi. Mi unisco alla mobilitazione lanciata dall'Udu e dormirò in tenda davanti palazzo del Bo insieme a tanti altri colleghi, perché gli studenti di oggi e di domani hanno bisogno di azioni concrete per vedere garantiti i propri diritti».

La protesta

Oggi alle 16 a Padova è iniziato il presidio permanente dell'UDU Padova, con studenti e studentesse che si sono accampati davanti Palazzo del Bo, sede centrale dell'Ateneo patavino, per protestare contro il caro affitti, sulla scia di quanto successo a Milano, Roma, Firenze e Torino. Gli studenti dormiranno in tenda finché non verranno ascoltati dalla Rettrice, dal Sindaco e dall'Assessora Donazzan. «Rispondiamo con la mobilitazione anche da Padova: inizia oggi (10 maggio) pomeriggio il nostro presidio permanente contro il caro affitti. Vogliamo soluzioni concrete e tempestive per la residenzialità pubblica studentesca e non ci fermeremo finché non avremo risposte." Dichiara Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova, "La Regione deve prendersi le sue responsabilità, per questo chiediamo un tavolo di confronto con lei e i rappresentanti degli studenti in ESU, l'ente per il diritto allo studio regionale. La propaganda di questa destra inadeguata e incapace prova ad incolpare i sindaci, ma è imbarazzante che chi è al Governo non sappia che il diritto allo studio è responsabilità regionale.
E' vergognoso il tentativo di fare propaganda sui diritti degli studenti: il Governo piuttosto si concentri su come rispondere alle nostre richieste. Vogliamo un piano serio di investimenti pubblici in residenzialità studentesca senza l'inserimento del privato, l'incremento del fondo affitti che ha tagliato proprio questo governo e chiediamo anche un tetto all'aumento dei canoni, tanto per iniziare. Abbiamo un manifesto che riassume tutto questo, la Ministra Bernini e il Ministro Valditara dovrebbero spendere meno tempo nel rilasciare dichiarazioni ai giornali e leggersi quel documento. In Veneto la destra governa da vent'anni e l'ultima residenza pubblica dell'ESU è stata costruita alla fine degli anni 80. A fronte di 14.000 richieste per i posti in residenza, i letti disponibili sono a malapena 1200 circa, non si copre nemmeno il 5% del fabbisogno. E' così che la destra si occupa del diritto allo studio: ignorando completamente la comunità studentesca - dichiara Francesca Pollero, Rappresentante Udu in Esu di Padova - .Sono mesi che chiediamo l'impegno delle  istituzioni per rispondere alle nostre richieste:
nuovi fondi dalla Regione Veneto per residenze pubbliche, l'estensione dell'affitto per studentз anche ai comuni limitrofi a Padova, e la limitazione degli affitti turistici, l'immediata messa a disposizione e riqualificazione di edifici dismessi e abbandonati e la gratuità dell'abbonamento per i trasporti pubblici. Ci fermeremo solo quando Rettrice, Sindaco e Donazzan ci ascolteranno».

Ostanel

« Come ho ricordato nei giorni scorsi, le nostre città universitarie sono arrivate ai primi posti della classifica nazionale per i posti letto più cari per gli studenti fuori sede: Venezia quinta con una stanza singola che costa 418 euro al mese; Verona settima con 409 euro; Padova ottava con 398 euro». Lo dice Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo. «Il dopo pandemia e il particolare tessuto dei nostri capoluoghi con atenei – aggiunge Ostanel – lega la carenza di alloggi per studenti, con i prezzi alle stelle e la speculazione imperante, a un doppio problema. Da un lato la necessità di strutturare politiche incisive per recuperare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica esistenti, in carenti condizioni manutentive o sfitti (all'ATER Padova circa il 15% del totale), e di immetterli sul mercato. Ma per farlo servono le risorse. Per questo ho chiesto di rivedere la norma che oggi fa tenere lo 0,4% del valore locativo degli immobili di proprietà Ater e Comune bloccato in bilancio, senza reinvestirlo sulla casa pubblica».

Sharing economy

«Dall'altro lato – osserva la politica padovana – gli studenti pagano, anche in termini economici, le storture della sharing economy nelle nostre città d'arte, con il meccanismo degli affitti brevi a uso turistico che condiziona pesantemente il mercato degli alloggi di Venezia e Verona soprattutto, ma anche di Padova. L’industria turistica cannibalizza il tessuto abitativo: le case diventano Air b&b senza pianificazioni, la città cambia a misura di turista, i residenti mettono l'immobile a reddito, i servizi al cittadino si riducono. Su questo tema ho presentato in Regione una proposta di legge statale per dare adeguati poteri ai Comuni e introdurre, ad esempio, un regime di autorizzazione per aree, evitando l'aggregazione di autorizzazioni senza che questa sia definita attività imprenditoriale. Le tende degli studenti non sono solo il grido di allarme dei fuori sede – conclude Ostanel – ma un sintomo del cattivo stato di salute delle nostre politiche abitative, che vanno affrontate in maniera organica, non per compartimenti stagni. Per questo attendiamo che la Regione, a quasi 6 anni dall’entrata in vigore della legge sull'Edilizia Residenziale Pubblica, pubblichi la relazione sullo stato di attuazione della norma, con analisi e monitoraggi regionali, come ho chiesto due giorni fa con un'interrogazione».

Rachele Scarpa

«La protesta degli studenti che si stanno accampando con le tende davanti alle loro università, in protesta contro il caro affitti, è arrivata anche a Padova, città dove ho studiato e vissuto. Porterò oggi di persona la mia solidarietà al presidio davanti a Palazzo del Bo e il mio impegno a portare anche in Parlamento questa battaglia - sostiene la deputata padovana dem, Rachele Scarpa - .Trovo imbarazzante invece il commento del MInistro dell’Istruzione Valditara, che cerca goffamente di scaricare tutta la responsabilità sui Comuni, anzi, solo su quelli di centrosinistra: al Ministro sfugge, evidentemente, come gli alloggi e il diritto allo studio universitario siano competenze regionale, e che questa situazione nasce da una corresponsabilità di Regioni, amministrazioni locali, delle Università italiane, nonché dall’assenza almeno trentennale di una seria politica abitativa nel nostro paese. In particolare in Veneto, in quasi 20 anni di assessorato Donazzan (FdI), anno dopo anno sono state chiuse residenze e mense, senza più riaprire: scelta politica oculata, che si associa alla mancata copertura delle borse e ai tentativi di esternalizzazione. Ai partiti di maggioranza il Diritto allo Studio non è mai interessato, né oggi, né mai. Per dare le risposte tempestive che occorrono sarebbe bene che da Roma arrivassero meno scaricabarile e più concretezza: si può, ad esempio, potenziare la Legge 338/2000, attraverso cui stanziare più fondi per creare residenze universitarie. In generale, servono incentivi a una migliore pianificazione, che garantisca il diritto la residenzialità studentesca inserendolo in processi di rigenerazione urbana. Serve una grande spinta da parte del pubblico per regolare un’offerta che, se lasciata completamente al privato, non solo non è sufficiente, ma anche non garantisce affitti accessibili e porta alla grande speculazione che gli studenti oggi pagano sulla propria pelle».

Lorenzoni

«Sul caro affitti per gli studenti universitari, sostengo la posizione del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il quale ha dichiarato apertamente che bisognerebbe mettere loro a disposizione le caserme dismesse per farne degli alloggi a prezzi contenuti. L’emergenza è adesso - commenta Arturo Lorenzoni, Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, nonché docente all’Università di Padova - .Non vedo altre soluzioni praticabili nel breve periodo. A Padova, peraltro, ci sono diversi immobili che si potrebbero usare a tal riguardo. Nello specifico, parte dell’ex Prandina e dell’ospedale militare, oggi sotto utilizzati. Non solo. Il demanio dispone ancora di un palazzo in via Umberto I e uno in piazza del Santo, già adibito a suo tempo ad uso universitario. Più in generale, vi sono ulteriori immobili demaniali che all'occorrenza possono essere resi disponibili. La protesta di Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli Studenti dell’Ateneo Patavino è legittima – aggiunge il docente – Comprendo le ragioni dagli universitari fuori sede, credo sia necessario procedere con celerità, senza attendere programmazioni di lungo respiro».


 

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