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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il 5 gennaio partono i saldi, previsto un volume di affari da 50 milioni di euro

Ascom: «Al raggiungimento del 5% in più rispetto ai saldi invernali dell’anno scorso ci riterremo soddisfatti, al 7% molto soddisfatti, se poi dovessimo raggiungere la doppia cifra vorrebbe dire che il 2023 parte decisamente bene. Però la doppia cifra sarà veramente un traguardo arduo da raggiungere»

«Al raggiungimento del 5% in più rispetto ai saldi invernali dell’anno scorso ci riterremo soddisfatti, al 7% molto soddisfatti, se poi dovessimo raggiungere la doppia cifra vorrebbe dire che il 2023 parte decisamente bene. Però la doppia cifra sarà veramente un traguardo arduo da raggiungere». E’ un auspicio “in mezzo al guado” quello che, a poche ore dalla partenza dei saldi invernali 2023 (l’avvio è in programma per giovedì prossimo 5 gennaio), viene espresso dal presidente di Federmoda Confcommercio regionale e Federmoda Ascom Padova, Riccardo Capitanio.

Liquidità

«Una cosa è certa - continua Capitanio - e cioè che questi saranno saldi più utili alla liquidità piuttosto che ai guadagni, però vogliamo anche credere che siano una riprova della rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all'innovazione». A Padova e provincia, secondo l’Ascom Confcommercio, 2 su 3 delle 400mila famiglie, si dedicheranno allo shopping spendendo, mediamente, 140 euro per persona.

Volume di affari

«Valutiamo in una cinquantina di milioni il volume d’affari – aggiunge il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom – anche alla luce del buon risultato del Natale e, quest’anno, anche del Capodanno». «C’è poi un altro aspetto – aggiunge il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova e di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin - che ritengo sia utile sottolineare ed è il ritorno agli esercizi di prossimità. Per Natale, con successo, abbiamo riproposto la nostra campagna volta a comprare sotto casa. E’ un invito che ribadiamo anche in occasione dei saldi dal momento che i consumatori, nei nostri negozi, troveranno fiducia, cordialità, servizio, prova e consegna istantanea. E, ovviamente, in un periodo come questo di inflazione a doppia cifra, soprattutto prezzo”.

Trasparenza

C’è poi l’aspetto “trasparenza” sulla quale Confcommercio e Federmoda insistono da anni e che quest’anno si è tradotto in cinque principi base. Eccoli. I cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Prova dei capi: non c'è obbligo. E' rimesso alla discrezionalità del negoziante. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Indicazione del prezzo: il negoziante ha l'obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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