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Saldi estivi al via anche a Padova: le cinque regole d'oro per il corretto acquisto degli articoli

Scatteranno sabato 6 luglio: secondo Ascom Padova ogni famiglia spenderà intorno ai 270 euro, con circa 120 euro pro capite

Dopo un maggio a dir poco disastroso caratterizzato da pioggia e clima ancora freddo è subentrato un giugno finalmente caldo e, corrispettivi alla mano, non proprio malvagio. «E dunque partiamo da qui - dichiara il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom Padova, Riccardo Capitanio - per fare un ragionamento sui saldi estivi che scatteranno sabato 6 luglio e che, nonostante la proliferazione degli sconti anticipati, restano pur sempre un momento importante visto che coprono, all’incirca, il 12% dell’intero fatturato delle nostre imprese».

270 euro a famiglia

Continua Capitanio: «I saldi restano appetibili per i consumatori e anche per i negozi che guardano a questo appuntamento come ad un momento in grado di rimettere un po’ in sesto i bilanci. Purtroppo siamo in presenza di un mercato sbilanciato dove, in assenza della web tax, i colossi della rete continuano a godere di un vantaggio competitivo non indifferente che deriva dalla quasi assenza di tassazione».
Un tema, quello della tassazione dei giganti del web che dovrebbe avvenire nel Paese dove il reddito da queste viene realizzato, che il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin, chiede «sia messo in testa all’agenda della nuova Commissione della Ue». In ogni caso, da sabato il rito, anche per le famiglie del padovano, si ripeterà. «A livello nazionale - rileva il presidente di Federmoda Confcommercio Ascom Padova - siano nell’ordine di 230 euro a famiglia, circa 100 euro pro capite. Noi siamo un po’ più alti e ci attestiamo intorno ai 270, con circa 120 euro pro capite, ovvero con un aumento che stimiamo nell’ordine del 4/6 per cento dovuto in parte ad acquisti rinviati, in parte all’aumentata liquidità favorita dalle “quattordicesime” e da quello che sta diventando sempre più un “trend”: la generosità dei nonni nei confronti dei nipoti». Infine, un dato positivo. «Stiamo registrando – conclude Capitanio – un ritorno alla qualità, al servizio e quindi al negozio di fiducia. Sono ancora “sintomi” che non inficiano i discorsi sulla web economy, che rileviamo per così dire “a macchia di leopardo”, ma sembra che la strada sia stata imboccata, in parte favorita anche da una presa di coscienza ambientale: meno capi (e dunque meno sprechi, meno emissioni) ma più di qualità».

Cinque regole d'oro

A margine delle valutazioni l’Ascom ricorda alcuni principi base per il corretto acquisto degli articoli in saldo.

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
  2. Prova dei capi: non c'è obbligo. E' rimesso alla discrezionalità del negoziante.
  3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
  5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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