Che amore di reparto: San Valentino irrompe nelle corsie dell'ospedale
Nel reparto di Geriatria e Neurologia, al settimo piano dell’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco: gran sorpresa per i 44 ricoverati, soprattutto anziani, che si sono trovati davanti agli occhi alberelli di cuori di carta, frasi d'amore e d'empatia vergate a mano
"L'amor che move il sole e l'altre stelle", scriveva Dante Alighieri nell'ultimo verso del suo Paradiso. Ed è paradisiaca l'atmosfera che si è respirato venerdì 14 febbraio nel reparto di Geriatria e Neurologia, al settimo piano dell’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco, dove infermiere e operatrici socio-sanitarie hanno portato San Valentino in corsia.
L'iniziativa
Gran sorpresa per i 44 ricoverati, soprattutto anziani, che si sono trovati davanti agli occhi alberelli di cuori di carta, frasi d'amore e d'empatia vergate a mano, il bancone dell'accettazione avvolto di carta rossa, "trapuntato" di coriandoli mentre stelle filanti "piovono dal soffitto". A dare il benvenuto ai parenti in visita è un grande pagliaccio in carta crespa. Hanno lavorato a casa nel tempo libero le operatrici, e di notte in ospedale (fuori orario di servizio), per l’ “effetto sorpresa” di stamattina, restituendo il tempo dell'amore e dell'allegria carnevalesca ai “loro” vecchietti” che in ospedale spesso si disorientano, smarrendo il senso dei giorni e delle stagioni. Si sono ingegnate con carta e cartone, scotch, tempere, pennelli seguendo la loro ormai consolidata tradizione di "reparto 4stagioni" che sottolinea, con le scenografie, lo scorrere del tempo, regalando d'estate mare, fari e conchiglie, in autunno zucche e pannocchie, d'interno abeti e caminetti. Tutto frutto di mani sanitarie "artigiane". Commenta Domenico Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea: «È meraviglioso ammirare cosa sanno fare i nostri operatori sanitari con spirito di inventiva e autentico amore per gli assistiti. La monotonia del ricovero e lo scorrere sempre uguale dei giorni vengono ingentiliti da questi scenari che trasferiscono in reparto la vita che c’è fuori. Che dire, se non grazie di cuore?».