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Cento euro ai "secchioni" dello Scarcerle, gli studenti medi non ci stanno: «E' una dinamica tossica»

Infiamma la polemica dopo la decisione della dirigenza scolastica di premiare i più bravi. Lorenzoni: «Nell’istruzione premiamo le azioni costruttive, non quelle discriminanti»

Nell'istituto superiore Scalcerle di Padova si è deciso di attribuire un bonus di 100 euro agli studenti con una media superiore al 9, in una cerimonia definita "serata delle eccellenze" che vede la consegna di un attestato di merito oltre che il premio in denaro.«È un fatto grave che si inserisce in maniera del tutto scomposta nel quarto a tinte fosche che dipingono da mesi esperti e organi di stampa -commentano i rappresentanti della Rete degli studenti medi - .Un quadro fatto di angosce da prestazione nei luoghi di istruzione, assenza completa di strumenti di supporto e prevenzione sul benessere psicologico e sempre più spesso studenti che si tolgono la vita letteralmente schiacciati da un sistema che pretende la competizione a tutti i costi e in questo caso al costo di 100 euro con col tuo compagno di banco, nelle scuole come nelle università»

L'ansia del voto

«Si tratta di un incentivo economico che, agli occhi di chi ha scelto di istituirlo (il dirigente scolastico che lo rivendica con orgoglio) dovrebbe incentivare i giovani ad un maggior impegno in materia scolastica e dunque favorire l'apprendimento, ma, nella pratica, consegna agli studenti esclusivamente un altro obiettivo per cui avere ansia e valutare uno dei percorsi più importanti nelle vite di ciascuno di noi, la scuola, esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale. È’ una dinamica tossica, pericolosa. E' la scuola del Merito di Valditara - afferma Paolo Notarnicola, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi - Quella del chi prima arriva, meglio alloggia. Gli studenti non sono d'accordo: l'obiettivo della Scuola Pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro,di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle».

Numeri

«Si tratta di un ragionamento folle, quello dello Scalcerle di Padova, anche alla luce dei recenti dati che attestano che 1 studente su 6 non prosegue gli studi (Svimez) e 1 su 15 ha avuto esperienze di lavoro minorile (Non è un gioco, Save the Children). Perché non si fa nulla per contrastare questi fenomeni? Davvero pensiamo che dare 100 euro a chi prende 9 risolva il problema di chi è costretto a lavorare oltre che andare a scuola? Bisogna mettere tutti nella condizione di studiare, partendo innanzitutto dalla reale gratuità del diritto allo studio, dal caro libri alle gite scolastiche. Allo stesso tempo non possiamo non denunciare quanto operazioni di questo tipo siano deleterie per il benessere psicologico degli studenti. Performativismo e competitività sono gli ingredienti che fanno percepire la scuola come una gara agonistica più che come un diritto universale. L'effetto è quello di generare ansia e stress, quando sarebbero necessarie azioni in senso contrario»

Nimis

Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete Studenti Veneto, dichiara: «Non possiamo che giudicare questo tipo di iniziative, insieme alla narrazione che ne viene fatta, del tutto inopportuna e grave, in un momento in cui i casi di suicidi tra gli studenti riempiono i titoli dei giornali e le conseguenze tragiche della costruzione di spazi di competitività tossica e obiettivi irraggiungibili vengono denunciate ogni giorno. Ci chiediamo in che modo un 9 possa essere uno strumento per certificare l'eccellenza e l'impegno di uno studente, in che modo chi prende di meno dovrebbe automaticamente essere inserito in una scala di impegno minore e conseguente “fallimento degli obiettivi” in che modo non si è ancora in grado di costruire ambienti che spingano alla crescita e all'impegno, consapevoli che sono termini con sfaccettature diverse nei percorsi di ognuno e con punti di partenza nelle condizioni economiche e sociali diverse per ciascuno, senza che l'unico strumento utilizzabile sia quello della competizione? Una scuola che vede i voti come una gara a premi è una scuola che ha fallito nella sua missione educativa. Chi propone queste iniziative alimenta discriminazioni e disagio assumendosi gravi responsabilità. Come Rete degli Studenti Medi l'impegno continuerà affinché le scuole siano luoghi di apprendimento accessibili a tutti, a prescindere dal capitale economico e culturale di cui dispongono. Scuole che siano veri ascensori sociali, che diano a tutta la comunità studentesca gli strumenti per potersi realizzare, che incoraggino la collaborazione piuttosto che la sfrenata competizione. Scuole di tutti, non scuole dei soli "meritevoli"».

Lorenzoni

«Nell’istruzione premiamo le azioni costruttive, non quelle discriminanti - commenta l'ex vicesindaco e oggi portavoce dell'opposizione in consiglio regionale, Arturo Lorenzoni - .Ma come possiamo pensare di creare una società inclusiva arrivando a discriminare i ragazzi sulla base di una delle qualità che si possono avere? La capacità di adempiere in modo adeguato ai compiti assegnati non è l’unica qualità richiesta in una scuola capace di educare. Ma l’idea di stimolare delle misure competitive invece che collaborative è esattamente opposta alla mia idea di una società giusta. Credo che il dirigente scolastico che ha proposto questo abbia sottovalutato le dinamiche terribili che può ingenerare all’interno di un gruppo di ragazzi. Aiutiamoli a lavorare insieme a fare squadra e ad aiutarsi, solo così potranno raggiungere risultati importanti nella loro vita».

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