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Scout d'Europa, la ripresa dell'attività in Veneto e nel Padovano

Il Distretto di Padova conta 10 Gruppi: scout che sin dall'inizio del lockdown per l’emergenza Covid 19 hanno continuato a portare avanti il progetto educativo

«Non appena la Regione ha cominciato ad allentare il blocco, abbiamo ragionato tutti insieme su come poter ricominciare. Certamente era doveroso porre al primo posto la sicurezza dei ragazzi ma al tempo stesso abbiamo avuto la consapevolezza di poter essere per le famiglie un punto di riferimento e di speranza nella ripresa». Così Francesco Caffagni Capo Scout dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici e Commissario del Distretto di Padova, commenta la ripresa – pur nel rispetto delle norme anti-contagio – delle attività Scout dopo la pandemia.

Durante il lockdown

Il Distretto di Padova conta 10 Gruppi degli Scout d’Europa tra le Province di Vicenza, Padova e Rovigo: scout che sin dall'inizio del lockdown per l’emergenza Covid 19 hanno continuato a portare avanti il progetto educativo dello scautismo pur nelle ristrettezze previste dalla legge. «I Capi Unità – continua Francesco - sono stati un pozzo inesauribile di idee, sono riusciti a fare attività distanza, sono persino riusciti a organizzare delle attività in occasione del giorno di San Giorgio, il patrono degli Esploratori, in maniera virtuale per i ragazzi e le ragazze, coinvolgendone centinaia». Non sono mancate anche le attività di solidarietà a favore della comunità. «A titolo personale e senza uniforme, Capi insieme a Rover e scolte maggiorenni, - prosegue a raccontare - si sono messi a disposizione della comunità. A Padova hanno partecipato al progetto "Per Padova noi ci siamo", occupandosi della colletta alimentare davanti ai supermercati, ed alla distribuzione delle spese solidali alle famiglie in difficoltà». 

Come ricominciare

Quando le Istituzioni hanno iniziato ad allentare il blocco e a rendere possibile la ripresa delle attività i Gruppi hanno iniziato a ragionare per capire come ricominciare. «Certamente – continua Francesco - era doveroso porre al primo posto la sicurezza dei ragazzi, ma al tempo stesso abbiamo avuto la consapevolezza di poter essere per le famiglie un punto di riferimento e di speranza nella ripresa. Ci siamo preparati insieme all'Associazione approfondendo le misure di sicurezza, le indicazioni regionali, e le disposizioni dei comuni. Ci abbiamo messo anche una buona dose di affidamento a Maria e con coraggio abbiamo provato a ripartire. Nel giro di qualche settimana tutti i gruppi sono tornati a fare attività nel rispetto delle norme. Abbiamo ricominciato a vivere come Scout la Messa della comunità, abbiamo fatto le prime riunioni a distanza di sicurezza portando i ragazzi a pronunciare la Promessa e ad avanzare nella proprio percorso personale, e ora per l'estate tutti i Gruppi hanno messo in previsione alcuni giorni da passare insieme, al posto dei campi, senza pernotto, ma cercando di far vivere ragazzi un'esperienza il più possibile in stile Scout». 

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