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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Settimana corta, Tiso dice sì: «È un’occasione, prendiamola»

«Capisco le esigenze delle scuole per l’organizzazione, so bene cosa voglia dire costruire l’orario scolastico nel quale mi sono cimentato per dieci anni, ma so anche che, quando ci sono degli obiettivi da raggiungere, ogni sforzo viene fatto e anche l’orario può essere riorganizzato in funzione degli obiettivi»

Il consigliere comunale ed ex insegnante Nereo Tiso dice la sua sul tema della settimana corta a scuola.

Settimana corta

Questo il suo intervento: «La proposta di sabato libero fatta dalla Provincia per le scuole superiori e dal Comune per i suoi istituti comprensivi ha visto diverse posizioni da parte dei dirigenti. Qualcuno non ne vuole proprio sapere, qualcun altro ha dei dubbi, altri ritengono sia una scelta giusta altri, nella loro scuola, già la praticano e se ne guardano bene dal tornare indietro. Penso, da insegnante, che le motivazioni per ridurre la settimana  a cinque giorni siano superiori a quelle per dire no. Finalmente, un nuovo sguardo della scuola, che si occupa del presente per i suoi allievi ma anche di quelli che verranno, proponendo un’offerta formativa fatta, perché no, anche dal sabato libero. Se pensiamo alle scuole superiori, oltre a ridurre  il consumo di metano da riscaldamento, avremmo più di 20.000 studenti che non si recherebbero nelle loro aule. Quindi, centinaia di corse di autobus in meno, migliaia di auto che non si muoverebbero da casa, energia elettrica che non sarebbe consumata in classe e nei laboratori, riduzione drastica per un giorno dell’inquinamento e quindi abbassamento del PM10 e via dicendo., Oltre a un notevole miglioramento della viabilità in città e, come si diceva,  una nuova proposta educativa per gli studenti. Insomma, una nuova condizione che migliora molte cose insieme. Capisco le esigenze delle scuole per l’organizzazione, so bene cosa voglia dire costruire l’orario scolastico nel quale mi sono cimentato per dieci anni, ma so anche che, quando ci sono degli obiettivi da raggiungere, ogni sforzo viene fatto e anche l’orario può essere riorganizzato in funzione degli obiettivi. Ritengo che la scuola, spesso maltrattata, possa  cogliere questa occasione per trovare anch’essa risposte ad una situazione complicata che tutti stanno vivendo. C’è una guerra in corso, una inflazione galoppante, il prezzo straripante del gas. E non vuol dire che è sempre la scuola a “pagare” , ma che la scuola , con i suoi mezzi, può dare delle risposte educative. Non so se tutte le famiglie siano contrarie al sabato libero nelle scuole frequentate dai loro figli o se tutti i docenti siano, a loro volta, contrari. Naturalmente l’unica legge vigente è quella dell’autonomia e, quindi, la decisione spetta alle stesse scuole, ai loro organi collegiali.  Se ci sono Istituti importanti che hanno la settimana corta da anni, vuol dire che questa si può fare pur sapendo che ci possono essere esigenze diverse.  Spero  ci possa essere da parte degli organismi scolastici competenti nelle diverse scuole, un ripensamento perché, le scelte di oggi, saranno un valore aggiunto per la scuola di domani. E non sarebbe un decisione presa dall’alto, ma uno sguardo importante verso i paesi europei dove le scuole già  da anni praticano il sabato libero e che spesso i nostri studenti frequentano o visitano. È un’occasione, prendiamola».

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