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Siccità, nel Padovano danni all'agricoltura per almeno 80 milioni di euro

Nello specifico i raccolti del mais, la principale coltura della provincia, potrebbero registrare fino ad un -50% rispetto allo scorso anno

Almeno 80 milioni di euro di danni per il comparto agroalimentare padovano e una riduzione, media, delle rese di oltre 10% a causa della perdurante siccità. La stima è di Cia Padova, alla luce di uno specifico studio effettuato nei giorni scorsi.

Siccità

Nello specifico, i raccolti del mais, la principale coltura della provincia (che si estende su una superficie di 35mila ettari, in particolare nella zona della Bassa, per un fatturato annuo di circa 55 milioni di euro), potrebbero registrare fino ad un -50% rispetto allo scorso anno. Non solo: nel 2021 irrigare un ettaro di terreno vocato a mais costava 150 euro, oggi addirittura 400 euro. Per quanto riguarda le altre rese, la soia viaggia verso un -40%, le orticole -20%, il vitivinicolo -15%. A tale proposito, la vendemmia potrebbe venire anticipata di una decina di giorni, da Ferragosto in poi. Sottolinea il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato: «Questa è a tutti gli effetti un’annata agraria nera tra aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e a causa di una siccità che non sembra dare tregua. Per quanto riguarda le portate dei maggiori fiumi della provincia, il Bacchiglione fa registrare un -81%, l’Adige un -73% e il Brenta un -81%, come rileva l’ultimo bollettino sulla risorsa idrica a cura di Arpav. Particolarmente critici i livelli delle falde in alcune zone della bassa pianura e a Cittadella, dove, data l'inerzia dell'acquifero e i probabili apporti estivi, i livelli rimarranno ben inferiori ai valori minimi stagionali almeno fino alla fine di agosto. Si tratta di dati preoccupanti che certificano una crisi generalizzata per le diverse coltivazioni. Non se ne salva nessuna. E questo significa una grossa riduzione del reddito, già di per sé risicatissimo, per gli imprenditori agricoli. Nonostante l'instabilità politica degli ultimi giorni è chiaro che non c'è tempo da perdere. Servono degli interventi strutturali finalizzati a garantire l’approvvigionamento idrico nei periodi aridi, peraltro sempre più frequenti. Su tutti, Cia sostiene fortemente il progetto della nuova diga sul Vanoi, affluente del Brenta ai confini tra il Veneto e il Trentino Alto Adige. La capienza prevista è di 40milioni di metri cubi d’acqua: andrebbe a salvaguardare l’asta del Brenta, fino a Padova. Infine, sarebbe in grado di produrre energia pulita e approvvigionare gli acquedotti. Occorre inoltre puntare sulla realizzazione di piccoli e medi invasi in grado di permettere una corretta e regolare irrigazione delle nostre campagne».

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