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Martedì, 23 Aprile 2024
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La siccità bastona anche il miele dei Colli Euganei

Rese giù anche del 70%, Cia Padova: «Le Istituzioni riconoscano il ruolo strategico degli apicoltori»

La perdurante siccità mette ko pure l’apicoltura, in particolare nella zona dei Colli Euganei, dove (solitamente) dalla pianura vengono portate centinaia di arnie a motivo di una maggior presenza di Acacie nei boschi. Non piove con continuità da mesi, scarsissime le precipitazioni la scorsa primavera, di conseguenza fiori e piante hanno poco nettare proprio nell’attuale fase clou.

I numeri

Da qui una minor resa per le varietà Acacia (-50%), Millefiori (-70%), Castagno (-50%) e Erba medica (-60%). In media, ogni arnia produce almeno 15 kg di miele; stando alle prime stime, quest’anno la media è di 6, massimo 7 kg a casetta. «Ma la qualità rimane eccellente .È da più di un lustro che l’intero comparto è in sofferenza – sottolineano gli apicoltori padovani – anche a causa dei mutamenti climatici. Quest’annata risulta particolarmente difficile per il Millefiori, il cui miele deriva da spazi con fioriture spontanee. Col secco che stiamo registrando, l’impollinazione non sta avvenendo in maniera regolare». Nel 2021 le arboree e le coltivazioni erbacee sono state bastonate dalle gelate tardive dei primi giorni di aprile (quando nottetempo la temperatura toccò i -7 gradi), quest’anno, appunto, è la siccità che sta stangando il settore. «Con l’aggravante che già durante il periodo invernale e primaverile le piante non si sono nutrite a sufficienza – aggiungono gli stessi apicoltori – Di fatto, è mancata la pioggia. Per quanto riguarda le prossime stagioni, le prospettive non sono affatto buone: molte le aziende apistiche che, pure a causa di un aumento esponenziale dei costi di produzione, stanno riducendo, se non addirittura chiudendo, le loro attività».

Indennizzi

Giova inoltre ricordare che in passato questo particolare comparto non ha mai beneficiato di indennizzi a motivo di calamità naturali, come peraltro accade per gli altri settori dell’agroalimentare. «Oggi per un’azienda agricola è sempre più difficile sostenersi producendo solo miele - spiega il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Da diverso tempo chiediamo alle Istituzioni che riconoscano il ruolo fondamentale svolto dagli apicoltori nell’ambito di un generale equilibro dell’ecosistema». «Valorizzare le api – prosegue il presidente – significa permettere lo sviluppo della biodiversità, che deve restare uno degli obiettivi primari del primario». C’è poi il tema della burocrazia e dei continui controlli sanitari. «Giusto che le attività apistiche vengano costantemente monitorate da parte delle autorità competenti – conclude Trivellato – Tuttavia, a volte sembra che questi stessi controlli siano eseguiti col solo fine di mettere i bastoni tra le ruote ad una filiera che già di per sé sta scontando un forte momento di difficoltà».

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