«La sinistra fa la destra, ma non c'è sicurezza senza cura»
La risposta delle associazioni all'annuncio di una postazione di Polizia fissa a piazza Gasparotto : «Ci auguriamo che sotto la foglia di fico della “sicurezza integrata” non ci sia la volontà di interrompere forzatamente il laboratorio politico e sociale rappresentato da questa piazza»
La risposta all'inziativa annunciata in Prefettura di aprire una postazione di Polizia fissa a piazza Gasparotto non poteva lasciare indifferenti chi quell'area cerca di trasformarla, animandola. Ecco quindi la risposta delle associazioni che lì si danno da fare per trasformarlo da luogo di degrado ed emarginazione ad una piazza dove poter svolgere attività, innescare processi di socialtà con chi parte già dall'essere in qualche modo escluso.
Sinistra di destra
«Inseguire la destra - fanno sapere attraverso un comunicato le associazioni - sul suo terreno non è certo una novità. L’apertura della nuova postazione di Polizia in Gasparotto si inserisce per certi versi in questo orientamento che, travisando spesso la realtà con il generoso apporto dei media mainstream, punta a rassicurare specifici settori di opinione pubblica attraverso gli arnesi ormai classici dell’armamentario securitario: produzione di semplificazioni e stereotipi, mistificazione dei soggetti in campo e della natura dei bisogni e dei desideri intorno a cui fanno emergere domande e rivendicazioni sociali, trasformazione delle questioni e delle problematiche sociali e politiche in problemi di ordine pubblico».
Dialogo
Nel comunicato si fanno una serie di puntualizzazioni riguardo quelle che sono le prerogative di questa esperienza che necessita di un continuo dialogo, di un costante confronto tra associazioni e servizi sociali, ad esempio: «Non possiamo nascondere la natura totalmente unilaterale di questa decisione che cala, anzi irrompe dall’alto, senza nessun elemento di coinvolgimento. Ci viene oggi chiesto di collaborare con il progetto, ma ci viene chiesto di collaborare a una cosa che è stata imposta de facto, senza che nessuna realtà fosse stata interpellata. Giusto per fare le dovute precisazioni: per noi coinvolgimento, partecipazione e cooperazione sono ben altra cosa».
Foglia di fico
«Ci auguriamo che sotto la foglia di fico della “sicurezza integrata”, così bonariamente chiamata dal Prefetto, non ci sia la volontà di tentare di interrompere forzatamente il laboratorio politico e sociale rappresentato da questa piazza», fanno notare non senza una certa preoccupazione. «Noi non intendiamo certamente rassegnarci al fatto che Piazza Gasparotto diventi l’ennesimo avamposto delle politiche di sicurezza e dunque continueremo e rilanceremo il nostro lavoro quotidiano, aprendolo come di consueto alla città tutta. L’utilizzo della polizia come presunta soluzione è per noi un segno preoccupante di discontinuità rispetto ai percorsi di confronto e collaborazione in atto, detto ciò noi continueremo a fare la nostra parte per consolidare assieme una progettazione in Piazza che abbia al centro la cura, la solidarietà, la cooperazione, la mediazione e l’inclusione, un’idea di rigenerazione, lo ribadiamo ancora una volta, alternativa, e anzi, incompatibile con le politiche sicuritarie che non solo alimentano paure, diffidenze, discriminazioni e ingiustizie, ma che, come ampiamente noto, falliscono sistematicamente nei loro ambigui intenti, limitandosi al massimo a spostare le problematiche sociali in campo da una zona all’altra dello spazio urbano».