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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Perché la riduzione del traffico non incide su quella del Pm10? La doppia spiegazione

Nonostante anche il bollettino Arpav di lunedì 16 marzo attesti allerta zero in tutta la regione, in molti hanno osservato che in questi ultimi giorni le centraline non hanno rilevato valori bassissimi di inquinamento da polveri

Come mai la riduzione del traffico per l'emergenza Covid non ha drasticamente ridotto le polveri? Nonostante anche il bollettino Arpav di lunedì 16 marzo attesti allerta zero in tutta la regione (col semaforo verde prolungato anche a Padova fino a giovedì 19 marzo compreso), in molti hanno osservato che in questi ultimi giorni le centraline non hanno rilevato valori bassissimi di inquinamento da polveri. L'esempio più lampante arriva dalla centralina dell'Arcella, che negli ultimi sette giorni ha fatto registrare i seguenti valori: lunedì 9 marzo 36 µg/m3, martedì 10 marzo 53 µg/m3, mercoledì 11 marzo 60 µg/m3, giovedì 12 marzo 84 µg/m3, venerdì 13 marzo 66 µg/m3, sabato 14 marzo 9 µg/m3, domenica 15 marzo 11 µg/m3.

La spiegazione

A dare una prima spiegazione è Luca Marchesi, direttore generale dell'Arpav: «Il motivo principale è la stretta correlazione fra polveri e meteo. Quest'ultimo è comunque e sempre nel breve termine il fattore determinante e prevale rispetto agli altri fattori emissivi. In questo periodo ad una settimana, a fine febbraio, di vento e pioggia che ha abbassato i livelli, ne è seguita una di grande stabilità atmosferica. Inoltre più persone a casa significa più riscaldamento acceso. La notizia positiva è che in primavera le condizioni meteo sono favorevoli alla dispersione degli inquinanti e quindi nel prossimo periodo l'aria dovrebbe migliorare».

L'analisi

Nel dettaglio l'analisi dell'Osservatorio aria Arpav: "Da oltre 20 giorni in Veneto le concentrazioni di PM10 rilevate dalla rete di monitoraggio Arpav sono piuttosto basse. Pertanto dal 25 febbraio il livello di allerta in tutta la regione è verde (livello 0). Tale situazione è strettamente legata alle condizioni meteorologiche. Nel dettaglio nelle ultime due settimane vi è stata una serie di impulsi perturbati dopo un quasi un mese e mezzo di stabilità atmosferica e scarsità di precipitazioni. L’instabilità ha favorito la dispersione degli inquinanti abbassando significativamente le loro concentrazioni in aria. È importante tenere conto che, a causa delle restrizioni alla circolazione delle persone legate all’emergenza COVid-19, il quadro emissivo regionale, dall’ultima settimana di febbraio, si è probabilmente discostato da quello normale, con una flessione soprattutto delle emissioni da traffico veicolare. Il traffico impatta principalmente sulle emissioni di ossidi di azoto. Per quanto riguarda invece il particolato atmosferico, una percentuale significativa del PM10 viene emessa principalmente dal settore del riscaldamento civile. Ad essa si aggiunge una parte di particolato di origine secondaria, legato alla formazione di polveri sottili in atmosfera da inquinanti primari, come gli ossidi di azoto e l’ammoniaca. È ragionevole pensare che la formazione di particolato secondario si possa essere ridotta nelle ultime settimane, a causa della diminuzione di emissioni di ossidi d’azoto da traffico mentre è rimasta sostanzialmente inalterata la componente emissiva primaria da riscaldamento civile. Per questo motivo ad oggi non è possibile effettuare una correlazione tra la generale diminuzione di polveri occorsa negli ultimi 20 giorni e le misure di restrizione della circolazione della popolazione dovute al Coronavirus. È invece ragionevole pensare che le condizioni di instabilità atmosferica abbiano giocato un ruolo fondamentale nel disperdere gli inquinanti e nel tenere basse le concentrazioni di PM10. Vi è un indizio che gioca a favore di quest’ultima ipotesi. Dal 8 al 13 marzo, nel pieno delle misure restrittive, si sono avuti alcuni giorni di parziale stagnazione degli inquinanti e in tutta la regione si è registrato un trend di accumulo con aumento dei livelli di PM10 fino a concentrazioni oltre il limite giornaliero. Venerdì 13 marzo si sono registrate le concentrazioni più alte, quando hanno superato il valore limite l’80% delle centraline della rete, con massimi vicini ai 100 µg/m3. L’arrivo di un’ulteriore instabilità nella giornata di sabato, molto ventosa, ha riportato i livelli di polveri significativamente al di sotto del limite, con livelli odierni sostanzialmente inferiori a 20 µg/m3".

Chiara Gallani

A dare un'ulteriore spiegazione ci pensa Chiara Gallani, assessore al verde del Comune di Padova, che sulla propria pagina Facebook scrive: «Le relazione esistenti tra livelli di concentrazione di polveri sottili, emissioni e condizioni meteorologiche sono molto complesse e spesso non intuitive. Provo a raccontarle con una storia. In una stanza con soffitto alto 8 metri, ben areata da grandi finestre aperte e con un nebulizzatore d'acqua che periodicamente si attiva ci sono il sig. Traffico, il sig. Produttivo e il sig. Riscaldamento. Tutti e tre stanno parlando e fumando sigarette ma, si sa, il fumo non fa bene alla salute. Il sig. Traffico decide di smettere di fumare e il sig. Produttivo e Riscaldamento decidono di fumare un po' meno. Sfortunatamente le finestre si chiudono (assenza di vento), il nebulizzatore si blocca (non piove) e il soffitto si abbassa a da 6 a 2,70 mt (altezza di rimescolamento): cosa succede? La concentrazione del fumo nella stanza aumenta, aumenta anche se i tre signori smettono quasi di fumare. Quanto a noi: non avendo il controllo dei venti, delle piogge e dell'atmosfera, cosa possiamo fare? Fumare meno. Ogni emissione in meno non è detto faccia ridurre la concentrazione ma sicuramente mitiga, rallenta e riduce l'aumento. Quando si parla di salute ogni microgrammo in meno per m3 di Pm10 conta ed è importante. Questa storia è una semplificazione, non tiene conto ad esempio del pm10 secondario, ma aiuta a comprendere la fondamentale differenza tra concentrazione ed emissione e quindi tra la lettura quotidiana dei dati che fanno lanciare allarmi o al contrario sottovalutazioni ed una visione più complessa e realistica».

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