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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una lapide per i militari giustiziati senza processo nella Grande Guerra

E' stata posta questa mattina in via Oberdan, grazie ad un lungo lavoro del coordinamento di associazioni che si occupano del primo conflitto mondiale

Da alcuni anni un coordinamento che raggruppa alcune associazioni cittadine (AssoPace, Spi-Cgil, AnpiI, Acs, Donne in Nero, Udu, Rete degli Studenti medi, Centro studi “Ettore Luccini”) è impegnato a ripercorrere gli itinerari della Prima Guerra Mondiale dando rilievo alla tragedia del conflitto mondiale in un’ottica di ricerca della pace. Nel corso delle ricerche storiche svolte dal coordinamento, è emersa la vicenda tragica dei soldati italiani vittime delle decimazioni e delle fucilazioni sommarie, vicenda che conta già una letteratura sul tema e che si ritiene meritevole di un pubblico riconoscimento. Anche il Parlamento italiano, con la proposta di Legge n. 2741, approvata dalla Camera all’unanimità il 21 maggio 2015, aveva iniziato l’iter, successivamente interrotto al Senato, per l’approvazione di una legge che riabilitasse tutte le vittime della giustizia sommaria operata durante la Grande Guerra e ancora oggi molte famiglie chiedono giustizia per ridare dignità e onore ai giovani soldati italiani fucilati o decimati dopo processi sommari da parte dei Comandi militari dell'epoca.

La cerimonia

Nella mattina di oggi 16 luglio è stata scoperta la lapide dedicata a queste vittime innocenti della guerra posta sulla parete esterna del Municipio sotto il porticato di Via Oberdan. Hanno scoperto la lapide l''assessora alla pace  Francesca Benciolini con il rappresentante della rete degli studenti medi Ettore Vianello e la presidente dell'ANPI di Padova Floriana Rizzetto. Il docente di storia contemporanea dell' Università di Padova Marco Mondini è
intervenuto per dare un riferimento storico ai fatti ai quali fa riferimento la lapide. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri il Prefetto Raffaele Grassi e il Questore Isabella Fusiello, il Colonnello Luca Franchini per l'Esercito e il Colonnello Luigi Manzini Comandante Provinciale dei
Carabinieri

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